DSquared2, il fascino della divisa

DSquared2, il fascino della divisa

Quanti tipi di donna si sono viste sulle passerelle di Milano in questa fashion week chiusa ieri? Tante. Alcune idealiste altre realiste. Alcune valide solo sulla carta da disegno, altre perfette per immergersi nella vita. Perché la moda è fatta così, di sogni e di bisogni. E fra i sogni ricorrenti delle donne c'è quello di indossare una divisa, qualcosa che agevoli un perenne senso di aplomb e di eleganza. Lo hanno dimostrato Dean e Dan Caten, in arte DSquared2, che ieri hanno esaltato il concetto di lusso in chiave evocativa e creativa. Intarsiate, ricamate, appoggiate sulle spalle o inserite ovunque ci fosse bisogno di calore, le pellicce erano protagoniste di una collezione ricca ed eccentrica. Nell'aria e nei disegni, lo spirito delle prime tribù di Eschimesi o meglio Inuit che abitavano le gelide e selvagge terre del nord del Canada. E poi, quasi inattesa, l'attitudine aristocratica della vecchia Europa, l'eleganza delle divise militari in bellissimi cappotti e giacche con fregi e ricami, la confortevole nonchalance di enormi poncho e gonne in tessuti coperta, la luce di gioielli belli da perdere la testa. Audaci sandali con decori di cristalli e pelliccia, leggings e body con effetto tattoo, trasformavano le top model in tante soldatesse-regine ricoperte di preziosità e di nobiltà in parti uguali. Giulia Marani, fra coerente portabilità e audace desiderabilità, disegnava invece la divisa di una ragazza contemporanea innamorata dell'arte. In collaborazione con il pittore Nicola Felice Torcoli, giovane artista che frantuma le sue tele dipinte a olio per poi riassemblarne le strisce, la giovane stilista di Correggio ha incrociato listini di maglia adottando una tecnica complessa. Perfetta per ottenere giochi di gusto geometrico, aperture su colori vivaci, applicazioni di lamine termolaserate e glitter su golfini in ciniglia stretch. In ogni capo si respirava un piacevole senso di modernità applicata ai classici. C'è poi chi si è misurato con il senso estetico di un mito, quello di Mila Schön, per tratteggiare divise da pilota e da hostess ma anche da escursionista che in una giungla tropicale raccoglie grafiche tribali e segni primitivi. Lo ha fatto Alessandro De Benedetti proponendo giochi di intarsio e sovrapposizioni di tele di seta multicolor intelaiate a mano. Speciali il caban tabarro in angora grigio con macrocuciture ribattute a mano, l'eskimo in lana e mohair a motivo chevron, la giacca in pile di angora stampata a motivi scomposti. La divisa della donna Leitmotiv tratteggiata dal promettente duo Fabio Sasso e Juan Caro è quella di una donna sognante e spiritosa: bellissime le gonne a ruota e gli abiti a strati di nylon stampato.

E come ciliegina sulla torta, la limited edition di divertenti orologi con i toys del marchio (animali immaginari come il panda-giraffa, il giaguaro-coniglio e la zebra-scimmia) realizzati con Q&Q SmileSolar, il brand di origine giapponese che dichiara basso impatto ambientale: gli orologi non hanno bisogno di manutenzione né di essere ricaricati.

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