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Due donne per Europa e Bce: fuori Tajani e Draghi, Italia ko

Intesa sulla tedesca von Der Leyen. La francese andrà alla Banca centrale, il premier belga Michel va al posto di Tusk

Due donne per Europa e Bce: fuori Tajani  e Draghi, Italia ko

Habemus papam, anzi, papessam. Dopo trattative fiume, veti incrociati e un piccolo passo indietro dell'asse franco-tedesco, il «conclave» europeo ha trovato il candidato da mettere alla guida della Commissione Ue. Il summit dei capi di governo è slittato ieri di sette ore per dare spazio agli incontri bilaterali nei quali è emerso a sorpresa il nome del ministro della Difesa tedesca Ursula von Der Leyen. I primi a darne orgogliosamente l'annuncio sono stati i Paesi del gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia). «Con la loro unità, i Paesi di Visegrad hanno nuovamente dimostrato la loro crescente forza e influenza nel determinare la direzione dell'Unione Europea - ha twittato Zoltan Kovacs, portavoce del premier ungherese Viktor Orban -. Dopo aver sconfitto Weber, i primi ministri del V4 hanno fatto capitolare anche Timmermans», decidendo di sostenere la «von Der Leyen come nuovo presidente della Commissione europea». Una svolta sicuramente, ma che non sarebbe mai andata in porto se anche l'Italia non avesse bocciato i candidati imposti alla vigilia da Berlino e Parigi. Il premier Giuseppe Conte aveva auspicato che una donna prendesse il posto di Jean-Claude Juncker e, quando il presidente del Consiglio europeo ha annunciato ufficialmente l'accordo, l'Italia ha espresso la sua soddisfazione. Ma è stata una giornata convulsa, prima caratterizzata dall'ottimismo, poi da una battuta d'arresto, quando il pacchetto di candidati, frutto di compromesso fra i governi, ha trovato una forte resistenza in casa socialista. L'eurodeputata Tanja Hajon ha dichiarato che «la maggioranza non è pronta a sostenere l'accordo attuale sui posti apicali, le audizioni hanno segnalato in modo forte che la proposta non è accettabile per molti capi delegazione». Il presidente della Commissione europea deve infatti ottenere il consenso della maggioranza degli eurodeputati. E il socialista tedesco Martin Schulz, ex presidente del parlamento europeo, ha rincarato la dose, affermando che i nomi sul tavolo del Consiglio europeo sono «una vittoria per Orban e compagni. Hanno stoppato Timmermans che ha difeso lo stato di diritto. Il processo degli spitzenkandidaten è morto. Ursula von Der Leyen qui è il ministro più debole: questo sembra sufficiente per diventare capo della Commissione».

Insomma, non è stata una strada facile per la von Der Leyden. Ora la ministra tedesca guiderà la Commissione, ma non aspettiamoci troppa comprensione per conti italiani. Durante la crisi greca la presidente designata si distinse per la sua linea da «falco», affermando che la Grecia avrebbe dovuto mettere riserve auree o asset industriali a garanzia degli aiuti ottenuti dall'Ue. Ma i giochi sono fatti. E la squadra anche.

Oltre alla von Der Leyden, ci sarà il premier belga Charles Michel (liberale) alla guida del Consiglio europeo, il ministro degli Esteri spagnolo Josep Borrell (Pse) alto rappresentante per Politica estera e Sicurezza, la direttrice del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde alla presidenza della Bce per sostituire Mario Draghi, mentre alla guida del Parlamento europeo, al posto di Antonio Tajani, ci sarà un socialista per l'intera durata del mandato.

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