Il governo ha annunciato questa settimana una serie di provvedimenti. Tra l'altro, c'è la proposta di estendere il bonus di 80 euro a tutti i componenti delle forze dell'ordine, che sono sottoposti in questo periodo di estrema tensione ad un impegno molto intenso e, al tempo stesso, delicato. In più, - ed è questo è l'annuncio che più ha fatto discutere si è deciso di assegnare a tutti coloro che compiono 18 anni nel 2016 un bonus di 500 euro, da destinarsi in spese culturali e di formazione, selezionate dai singoli beneficiari. A fronte di queste spese, si è deciso di rinviare al 2017 la diminuzione dell'Ires.Queste decisioni hanno suscitato, come era prevedibile, consensi e dissensi e, in generale, molte discussioni. C'è chi ha subito espresso un giudizio molto positivo sull'iniziativa, che aiuterebbe nella formazione delle generazioni di giovani destinati in futuro a contribuire a costruire la classe dirigente del paese. Dall'altra parte, vi è chi, invece, ha criticato le proposte annunciate dal governo, considerandole un mero annuncio elettorale, pensato in vista delle consultazioni amministrative della prossima primavera, per le quali oltretutto il Pd appare in certi contesti in qualche difficoltà persino nell'esprimere le candidature. Si è ricordata, a tale riguardo, l'iniziativa degli 80 euro presentata prima delle elezioni europee. Ancora vi è chi, come Maurizio Ferrera sul Corriere della Sera, pur senza criticare la manovra nel suo complesso, ha obiettato che i diciottenni non sono tutti uguali: vi è chi ha maggiori possibilità e chi versa in condizioni più difficili. Vi è chi risiede in zone sviluppate e chi in zone più depresse, sia dal punto di vista economico che culturale. Per questo, suggerisce Ferrera, si sarebbe dovuto pensare ad una manovra distribuita diversamente, secondo le fasce di reddito e non ad un «regalo» destinato indiscriminatamente a tutti.Ma cosa ne pensa la popolazione? Secondo i risultati di una indagine compiuta nei giorni scorsi su di un ampio campione rappresentativo dei cittadini (compresi i diciottenni potenziali beneficiari del provvedimento), di primo acchito, l'orientamento è critico. Per metà degli intervistati (apparentemente una lieve maggioranza, il 51%, ma il margine di approssimazione insito in questo tipo di ricerche non consente di considerarla tale) si tratta di una proposta non condivisibile, solamente orientata ad accrescere il consenso elettorale. Per un altro 42%, viceversa, si tratta di un'iniziativa giusta. Insomma, anche nel giudizio su questo progetto del governo, come su diversi altri aspetti (lo abbiamo visto nei molti sondaggi i cui risultati sono stati pubblicati su queste colonne), l'Italia si spacca a metà, con una prevalenza dei critici verso l'esecutivo. Tra questi ultimi, si trovano in misura maggiore i meno giovani. Ma anche tra i destinatari del progetto dei 500 euro e tra i giovani fino ai 24 anni in generale, si registra una spaccatura a metà: i favorevoli e i contrari al provvedimento sono in sostanza equivalenti.Ancora, tra i tra quanti si dichiarano contrari alla proposta del governo sul bonus ai diciottenni, si rileva un'accentuazione proprio delle categorie meno centrali socialmente: i possessori di titoli di studio meno elevati, i pensionati, i disoccupati. Sul piano delle intenzioni di voto, c'è, naturalmente, un atteggiamento opposto tra chi opta per i partiti di governo e chi per le forze di opposizione. Ma non del tutto. Ad esempio, anche all'interno del Pd, a fronte di una maggioranza (63%) favorevole al provvedimento, c'è ben un terzo dei votanti per il maggior partito di governo che la ritiene una pura mossa elettorale. Tra i votanti per Forza Italia e anche tra quelli per l'M5S il quadro si inverte e la maggioranza (58%) appare contraria al provvedimento. Ma vi è anche qui una consistente minoranza (38%) che lo vede con favore.Nel complesso, comunque, buona parte degli italiani ritiene che l'iniziativa dei 500 euro ai diciottenni sia una mera promessa elettorale. In misura ancora più elevata, la maggioranza degli intervistati (60%) non crede che il governo riuscirà comunque a realizzare quanto annunciato. Ma c'è naturalmente una consistente minoranza che (34%) che invece pensa che il governo adotterà effettivamente i provvedimenti che ha comunicato. Nuovamente, appaiono meno fiduciosi gli anziani (ma anche la maggioranza dei giovani non crede alla realizzazione delle promesse dell'esecutivo), i possessori di titoli di studio meno elevati, le casalinghe e i disoccupati. E, anche in questo caso, una quota considerevole 38% dei votanti per il Pd non crede che il governo riuscirà effettivamente in ciò che ha promesso.
In generale, la proposta formulata dall'esecutivo sembra trovare dunque un clima di perplessità in una parte consistente del paese. Si tratta magari di semplici «gufi», come li definirebbe forse Matteo Renzi: ma esprimono uno scetticismo, più o meno fondato, che sarebbe sbagliato sottovalutare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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