Cronache

Due morti e feriti nel Wisconsin. Trump: ora la guardia nazionale

Nuova notte di proteste dopo il ferimento di Jakob Blake. La sorella: "Arrabbiata". Per protesta la Nba non gioca

Due morti e feriti nel Wisconsin. Trump: ora la guardia nazionale

Le proteste contro le discriminazioni razziali irrompono nella campagna elettorale americana, mentre oggi si conclude la convention repubblicana con l'incoronazione di Donald Trump come candidato di Usa 2020. Nel terzo giorno di manifestazioni contro la polizia per Jacob Blake, l'afroamericano ferito alla schiena dai colpi di pistola sparati da alcuni agenti, la battaglia andata in scena a Kenosha, in Wisconsin, è finita in tragedia, con due morti e un ferito. Da domenica la città è stata messa a ferro e fuoco dai dimostranti, che hanno infranto vetrine dei negozi, dato alle fiamme alcune auto e preso d'assalto il tribunale. Un caos al quale le forze dell'ordine hanno risposto con gas lacrimogeni e proiettili di gomma. E il presidente ha promesso che «invierà la Guardia Nazionale per riportare ordine e giustizia in Wisconsin: basta violenza e anarchia a Kenosha».

A nulla è servito il coprifuoco varato dopo i primi disordini seguiti al caso Blake: gli scontri nelle prime ore di mercoledì sono infatti finiti con un bilancio pesantissimo, che potrebbe far esplodere ancor di più la rabbia in una situazione che pare già fuori controllo. Il dipartimento di polizia di Kenosha ha subito aperto un'indagine per trovare il responsabile della morte di due persone e del ferimento (grave) di una terza.

Alcuni testimoni hanno raccontato che la sparatoria è avvenuta dopo un teso confronto, presto degenerato, tra i manifestanti e un gruppo di persone armate che stavano facendo la guardia ad una stazione di servizio. Lo sceriffo della contea, David Beth, aveva spiegato ai media locali che le autorità stavano cercando un uomo immortalato in alcuni filmati mentre impugnava un fucile. Dai video postati on line si vedono persone correre per le strade, in sottofondo il rumore dei colpi di pistola e alcuni giovani fermi a terra. In serata l'annuncio dell'arresto di un 17enne, Kyle Rittenhouse, ritenuto l'autore dei due omicidi e del terzo ferimento.

La famiglia di Blake, ricoverato in ospedale e paralizzato dalla vita in giù, non si sa se in modo permanente, ha puntato il dito contro la polizia, accusata di prendere sistematicamente di mira i neri, chiedendo l'arresto dell'agente che ha esploso i colpi contro il 29enne. Ma la madre Julia Jackson ha anche fatto appello a proteste pacifiche, condannando i disordini di questi giorni, per cui si è detta «disgustata». Il padre del giovane, Jacob Blake Sr ha detto invece: «Hanno sparato a mio figlio sette volte. Sette volte, come se non avesse importanza. Ma mio figlio è un essere umano e conta». La sorella ha detto di non essere «né triste né dispiaciuta ma arrabbiata». «Ho smesso di piangere anni fa. Sono diventata insensibile - ha proseguito - Per anni ho visto i poliziotti uccidere persone che mi somigliano». In seguito alle proteste, molti giocatori delle squadre Nba dei Boston Celtics e Toronto Raptors vorrebbero annullare la Gara 1 dei playoff, seguiti dal rifiuto di giocare di Milwaukee e Orlando: alla fine si ferma l'intero turno: è la prima volta per Black lives matter. Ma il timore delle autorità del Wisconsin e in tutti gli Usa, è soprattutto per il prossimo fine settimana, mentre Washington si prepara a blindare di nuovo la Casa Bianca per il corteo di domani: una marcia voluta dal movimento Black Lives Matter e dalle associazioni per la difesa dei diritti civili dopo il caso di George Floyd, per ricordare il 57esimo anniversario del famoso discorso di Martin Luther King «I have a Dream». Nella capitale attese almeno 50mila persone (molte meno delle previsioni) che invaderanno il National Mall.

Lo stesso luogo che stasera sarà teatro dei fuochi di artificio voluti da Trump per celebrare la nomination.

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