E in America la catena alza i salari ai dipendenti

Un dollaro in più del minimo salariale. McDonald's, la catena di fast food americana più diffusa nel mondo, aumenterà del 10per cento lo stipendio di circa 90mila dipendenti a partire dal 1 di luglio con un rialzo che porterà la contribuzione oraria di chi lavora nei 1500 ristoranti di proprietà dell'azienda dai 9 dollari e 90 centesimi fino a più di 10 dollari entro la fine del 2016.

Certo può non esser gran cosa ma è pur sempre un segnale di ottimismo da parte di una compagnia che negli ultimi anni ha fatto registrare più bassi che alti. E non è finita qui: dopo un anno di lavoro la manodopera hamburghiera avrà anche diritto a cinque giorni di ferie pagate, novità assoluta in un settore che non le ha mai concesse. La grande novità è stata annunciata con parecchia enfasi tanto che è stata ripresa da tutti i maggiori giornali nazionali e fa seguito alle numerose critiche relative proprio alle condizioni contrattuali di cui McDonald's ed altre catene di fast-food erano state oggetto da parte delle organizzazioni dei lavoratori.

Steve Easterbrook, amministratore delegato dell'azienda dal primo marzo 2015, ha spiegato che la nuova politica vuole essere una risposta ad un sondaggio effettuato tra i dipendenti ed è determinante nel programma per rinvigorire le vendite in costante calo ormai da due anni.

«Abbiamo bisogno di persone motivate nei nostri ristoranti - ha spiegato in un ' intervista al Wall Street Journal - perché dipendenti così offrono un migliore servizio e questo è vitale per aumentare la clientela». Insomma è chiaro che, soprattutto ora che il fast-food non riserva più nulla di nuovo, di fronte all'ennesimo menù recitato in stile robotico dallo studente di turno che arriva al lavoro già demotivato, il cliente si stufa e opta per un altro tipo di ristorante. Se ne sono accorti in molti di recente, negli States, basta vedere le tantissime alternative al McDonald's diffusesi come funghi, molto più attente alla qualità del cibo, ma soprattutto al modo e alla competenza con cui questo viene preparato e venduto. Se poi l'hamburgher smerciato non è poi tanto diverso dal solito cheeseburger e non vale il costo poco importa. Il sorriso del ragazzo che te lo incarta a mano e si scusa quasi sinceramente per l'attesa conquista all'istante. Cosi' la McDonalds ha dovuto correre ai ripari e offrire qualche gratitificazione ulteriore ai suoi dipendenti anche se le polemiche non sono mancate neppure in questo caso. I giornali americani hanno infatti subito fatto notare che, attualmente, il 90% dei ristoranti sono in franchising e che quindi soltanto per la parte dei dipendenti che lavora nelle sedi direttamente gestite dalla compagnia l'incremento del dieci per cento e le ferie pagate sono una sicurezza. Per gli altri l'azienda si affida all'intelligenza e al buon cuore dei proprietari sperando che la decisione dei vertici aziendali venga ripresa anche dai ristoranti in franchising. Critiche a parte, l'annuncio della McDonalds è stato accolto favorevolmente da alcuni esperti.

«Gli aumenti salariali per i dipendenti di bassa specializzazione favoriscono l'economia di un Paese - ha spiegato l'economista Patrick O'Keefe - poichè più denaro nei portafogli dei lavoratori significa più denaro da spendere nel ciclo dei consumi e questo naturalmente aiuta la ripresa economica».

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