Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, incontra oggi al Quirinale i rappresentanti degli esuli istriani, fiumani e dalmati, per la prima volta invitati sul Colle nel suo mandato. La delegazione con i rappresentanti delle associazioni sarà guidata da Antonio Ballarin, presidente della Federazione che riunisce 5 dei 6 gruppi rappresentativi degli italiani che subirono le foibe e l'esodo. Il presidente dell'Unione degli istriani radicata a Trieste ha deciso di non partecipare mandando una lettera al capo dello Stato.
Massimiliano Lacota spiega a il Giornale che «l'amara delusione molto viva per la mancata presenza del presidente alla foiba di Basovizza il 10 febbraio, giorno del Ricordo del nostro dramma, non mi consente di presenziare all'incontro al Quirinale». Il rappresentante degli istriani fa presente che molti esuli si chiedono come è possibile che sia stata sottovalutata l'importanza storica del settantesimo anniversario del trattato di pace, che ha consegnato Istria, Fiume e la Dalmazia alla Jugoslavia di Tito. «L'ultimo capo dello Stato si è inginocchiato davanti alla foiba di Basovizza, monumento nazionale, 23 anni fa - osserva Lacota - Per questo ho rinnovato l'invito al presidente Mattarella di venire a Trieste fra maggio e giugno anniversario della sanguinosa occupazione titina del capoluogo giuliano».
Mattarella, assente per il secondo 10 febbraio di fila per impegni all'estero, oggi alle 12 incontrerà Renzo Codarin, presidente dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd). Codarin ribadisce che «chiederemo al presidente la sua presenza in patria ogni 10 febbraio sulla foiba di Basovizza oppure su altri luoghi delle memoria dell'esodo per dare forza al giorno del Ricordo». Gli esuli elencheranno al capo dello Stato i problemi ancora aperti. «Alcune questioni riguardano direttamente il Colle, come la mancata consegna della medaglia d'oro al valor militare a Zara già assegnata dall'allora presidente Ciampi», spiega Ballarin a nome degli esuli. La città dalmata è stata «martire» due volte: prima distrutta da 54 bombardamenti degli alleati su richiesta di Tito e poi «ripulita» dalla popolazione italiana. Il Quirinale non ha mai consegnato la medaglia per le proteste delle autorità croate. «Pensiamo il problema si possa risolvere diplomaticamente - sostiene Ballarin - appuntando il riconoscimento al gonfalone dei Zara portato via degli esuli» senza nessun carattere revanscista.
A Mattarella verrà chiesto anche un intervento presso il governo per sbloccare i fondi della legge 72 del 2001 sui progetti culturali dedicati all'esodo e alle foibe. «Si tratta di sopravvivenza economica immediata. Le associazioni hanno anticipato 1 milione e 400 mila euro, che ci sono, ma congelati da intoppi burocratici». I problemi sono di rendicontazione, ma la stessa Anvgd ha dovuto vendere la sede storica a Roma ed i rappresentanti delle associazioni si sono esposti personalmente con le banche.
Gli esuli chiedono l'immediata riattivazione del tavolo con il governo che si è riunito due anni fa per discutere dei problemi che si trascinano da sempre come gli indennizzi per i beni abbandonati
in Istria e Dalmazia. O problemi nuovi come la tassa sugli immobili all'estero che gli esuli devono pagare allo Stato italiano se riacquistano i loro beni perduti nell'ex Jugoslavia. Una gabella, che suona come una beffa.
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