E due inglesi fanno rivivere Fiorucci

I coniugi Schaffer rilanciano il mito di Elio. Con uno store in Oxford Street

E due inglesi fanno rivivere Fiorucci

Londra Stephen Schaffer è un signore gentile e beneducato sposato con una bella donna di nome Janie che ama moltissimo. Insieme hanno tre figli e una passione neanche tanto segreta per la moda. Lui magnate delle costruzioni, lei stilista a metà degli anni Ottanta hanno fondato insieme il brand Knickerbox specializzato in lingerie e abbigliamento da mare. Poi con quell'aplomb tipicamente inglese lui è tornato al suo mestiere originale e lei è diventata capo ufficio stile di Victoria Secret's. Sei o sette anni fa decidono di ricominciare a lavorare insieme nella moda rilevando dai giapponesi di Edwin Jeans il marchio Fiorucci. «Ci sarebbe tanto piaciuto conoscere Elio racconta lui ma i titolari avevano posto tra le tante condizioni di non avere alcun contatto con il fondatore prima dell'acquisizione. Due anni fa abbiamo firmato il contratto e quella sera stessa lui è morto». Il dispiacere è palpabile davanti a una tazza di tè nel megastore Fiorucci appena aperto in una traversa di Oxford Street. Janie non c'è, sta facendo una lezione al Victoria & Albert Museum su quel che è stato Elio per la moda e quanta emozione si trova a lavorare sul suo archivio. Infatti agli Schaffer è successa una cosa che ha dell'incredibile. Nel passaggio di consegne con i giapponesi ricevono una chiave etichettata con un indirizzo della periferia di Milano «Tra Linate e San Donato» dice Stephen che non conosce l'hinterland milanese. I due ci vanno subito e scoprono l'antro delle meraviglie: 25 mila metri quadri di archivio con tutte le grafiche, le vetrofanie, i modelli più iconici, i libri e gli oggetti con cui Elio ha lavorato per tutta la vita.

«Ci sono perfino schizzi e disegni fatti da Keith Haring racconta mr Scheffer un juke box decorato non si sa bene da chi, di tutto. I giapponesi non ci hanno messo piede neanche una volta in vent'anni, noi ci siamo entrati subito». Lo sguardo corre alle celebri magliette con gli angioletti, primo dei tanti capi rieditati. Forse è stato un angelo a fargli ritrovare tutto quel ben di Dio, lui ne è convinto che gli angeli siano un potente portafortuna del brand, anche loro come Elio li metteranno dappertutto.

Apriranno un negozio in ogni grande città, ma hanno già dei corner da Barney's a New York o da 10 Corso Como a Milano. Inoltre con quel meraviglioso archivio che stanno digitalizzando faranno mostre, libri, una grandissima retrospettiva. Ci volevano due inglesi per capire che Elio Fiorucci ha fatto cultura, non solo moda.

DF

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