Roma - La metafora più azzeccata è di Maurizio Gasparri ed è calcistica: «Siamo come il Real Madrid: non è che se Cristiano Ronaldo s'infortuna il club si scioglie. Continua a giocare per vincere sperando nel rientro anticipato del suo fuoriclasse». E ancora: «La squadra c'è; e la classe dirigente di Forza Italia deve convincere e fare goal nelle due partite più importanti: i ballottaggi del 19 giugno e il referendum in autunno». Anche Gasparri, al pari di molti big azzurri, spazza via come se fossero fastidiose briciole sul tavolo, le polemiche riguardo al futuro del partito, incluso il tema della leadership: «Polemiche stucchevoli, di pessimo gusto e assolutamente astratte. Il leader c'è ed è Berlusconi». Eppure in Forza Italia si registrava qualche fibrillazione legata al futuro del proprio leader e si parlava già di «asse del Nord» come l'anima più attiva nel condizionare le prossime del partito. «Ma quale asse del Nord...», ribatte sempre Gasparri che è già proiettato alla campagna per il «No» alle riforme: «Quest'estate dobbiamo lavorare tutti pancia a terra per convincere gli elettori che occorre fermare il disegno pericoloso di Renzi. E le spiagge ci sono a Nord, al Centro e al Sud. Ecco l'unico asse che mi interessa e che ci vedrà tutti uniti e compatti».
Certo, rimangono le incognite sulle prossime mosse di Forza Italia nel rapporto con la Lega. Sul punto quasi tutti sottolineano la necessità di salvaguardare l'unità del centrodestra ma ovviamente ci sono delle sfumature differenti. C'è chi mal sopporta il tentativo egemonico di Salvini tanto da arrivare a mettere in discussione l'alleanza con il Carroccio e chi vorrebbe rinsaldare il patto con la Lega seppur limandone i tratti più populistici. Di questo si parlerà oggi, in occasione dell'ufficio di presidenza? Gasparri lo esclude: «Non credo proprio. La riunione avrà luogo soltanto per approvare il bilancio del partito: un atto formale che va fatto entro domani, pena delle sanzioni. Ma non credo proprio che si parlerà di strategia e di alleanze future». Su questo continua a decidere Berlusconi che, peraltro, s'è già espresso sul tema: «Avanti con gli alleati storici, in alternativa al Pd di Renzi».
E pure il capogruppo alla Camera Brunetta spegne le polemiche. «Noi siamo un partito monarchico e anarchico al tempo stesso. Monarchico perché c'è Berlusconi riconosciuto come leader totalizzante. Ma anche anarchico perché siamo abituati ciascuno a pensare con la propria testa e anche fare a volte qualche deviazione. Monarchia è ereditaria? No. A me piacciono le democrazie. Non mi piacciono le democrazie ereditarie e le eredità non le vedo mai positivamente».
E per quanto riguarda gli alleati si segnala un messaggio dai toni molto benevoli da parte di Salvini: «Di fronte alla malattia faccio i miei migliori auguri di ripresa e di ritorno in campo a
Berlusconi. La politica lascia il passo quando c'è di mezzo la salute». E ancora: «Su Facebook e Twitter ci sono dei cretini in libera uscita da sinistra che festeggiano la morte o la malattia di qualcuno... dei poveretti».
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