«Ho sentito Alberto Vacchi e Fabio Storchi con cui ho condiviso una forte preoccupazione per le sorti del Sole 24 Ore. L'auspicio comune è che il presidente Boccia e il cda della società editrice trovino, in tempi brevissimi, una soluzione che possa garantire continuità economica e restituire prestigio al giornale, strumento fondamentale per l'informazione specializzata nel mondo industriale e verso la società tutta».
Sono le parole arrivate ieri da Alberto Bombassei, presidente di Brembo, lombardo, che cita anche l'industriale bolognese Alberto Vacchi e un altro emiliano, Fabio Storchi. Tre imprenditori importanti ma anche tre «sconfitti» di misura alle ultime gare per conquistare il vertice di Confindustria: nel marzo del 2012 Bombassei aveva perso per 82 voti a 93 la sfida con Giorgio Squinzi, nella primavera del 2016 Vacchi era riuscito a portare a casa solo 90 voti contro i 101 di Vincenzo Boccia, attuale presidente di viale dell'Astronomia risultato vincitore in continuità elettorale con Squinzi. Quanto a Storchi, si era sfilato dalla corsa schierandosi però con il «perdente» Vacchi. Come presidente di Federmeccanica, componente di peso nel circuito confindustriale, ha però messo a segno un punto importante per le aziende rappresentate, chiudendo con successo il contratto dei metalmeccanici.
Pur arrivando dagli sconfitti delle ultime partite elettorali, l'appello di Bombassei, Vacchi e Storchi non è banale né scontato. Anzi, fa molto rumore. Non solo perché si tratta di tre «grandi vecchi» del sistema che non hanno ruoli nella squadra di Boccia. Le parole dei tre imprenditori ieri hanno infatti rotto il silenzio assordante della categoria - tra imbarazzi e indifferenza non solo dei big - che da giorni circondava i recenti, e clamorosi, sviluppi dell'inchiesta giudiziaria. All'attuale presidente di Confindustria non viene soltanto chiesto di salvare il giornale dell'associazione. Boccia deve capire che i riflettori su di lui sono ben accesi e che per l'aumento di capitale del gruppo editoriale servirà una rete di voti e di consensi: saranno necessari almeno 50-60 milioni. Qualcuno dice molti di più.
Insomma, Bombassei, Vacchi e Storchi non staranno zitti e forse si faranno portavoce anche di chi come Gianfelice Rocca, presidente uscente di Assolombarda, ieri non si è unito al nuovo «Fate Presto».
Torna, infatti, di attualità il titolo a caratteri cubitali con il quale il 10 novembre 2011 proprio il Sole 24 Ore diretto da Roberto Napoletano aveva lanciato un appello alle istituzioni per salvare l'Italia dalla crisi di fiducia.Il cda ieri ha fatto una prima mossa, importante, ma la vicenda del Sole - finanziaria oltreché giudiziaria - è tutt'altro che risolta e non sono ammesse distrazioni. Boccia è avvisato.
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