E al Viminale si prepara (sottovoce) il piano: così riparte il carrozzone dell'accoglienza

La Lamorgese ha incontrato i vertici delle ong, comprese quelle sotto processo

E al Viminale si prepara (sottovoce) il piano: così riparte il carrozzone dell'accoglienza

Nei corridoi del Viminale le bocche si storcono. «Questi vogliono far ripartire l'invasione per far lavorare le cooperative rosse come ai tempi del governo Renzi», dice qualcuno. Il piano è chiaro e davanti agli occhi di tutti. Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha già ricevuto due volte i rappresentanti delle Ong che operano nel Mediterraneo, anche quelli delle organizzazioni indagate per favoreggiamento all'immigrazione clandestina, come la Sea Watch, la Open Arms che dovrà andare a processo su richiesta della Procura di Ragusa e Mediterranea, che ha due navi sotto sequestro. La scusa è quella di una collaborazione, ma la titolare del Viminale, forse intenerita dalle storie di conflitti in Libia, apre i porti in barba ai Decreti sicurezza di Salvini, facendo entrare migliaia di migranti in Italia e legittimando i taxi del mare. A breve anche il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, incontrerà le Ong. Gli ultimi immigrati arrivati, 237, non è dato di sapere se saranno ricollocati in Europa o meno. Tutto tace in un clima di segretezza che la dice lunga. In quattro giorni dalle coste libiche sono partite 1.611 persone. La guardia costiera di quel Paese ne ha intercettate 967. Ciò che è strano è che tutti i soccorsi sono arrivati dopo una chiamata di Alarm Phone, la piattaforma telefonica di salvataggio di padre Mussie Zerai, indagato anche lui per favoreggiamento all'immigrazione clandestina. Quella del recupero dei migranti in mare sembra una macchina ben strutturata su cui il governo vergognosamente tace. Francesca Totolo, esperta di Ong e migrazioni, ha dimostrato in uno studio come i barconi partano solo quando le imbarcazioni dei soccorsi sono nella zona Sar libica. Il giochetto è chiaro: le navi si piazzano di fronte alla Libia, parte la chiamata di Alarm Phone, si soccorrono i migranti appena partiti che poi vengono dritti verso le coste italiane. Dove è finito il piano sulla rotazione dei porti che comprendeva anche Malta?

E perché Ocean Viking, ad esempio, risulta sul sito dell'Imo (International maritime organization) come nave da piattaforma e non da soccorso quando invece recupera sistematicamente immigrati?

Sono tutte domande che in molti al Viminale si pongono. Oltretutto, in una recente inchiesta del Guardian, si accusa l'Unhcr di aver spinto in mare donne e bambini perché i centri libici sarebbero sovraffollati. Il tutto ancora nel silenzio assoluto delle istituzioni italiane.

La verità è che il piano del governo è quello di operare per far ripartire la macchina dell'accoglienza. Lo si è visto con la proposta che prevede il permesso di soggiorno illimitato e l'abolizione dei rimpatri per legge. Lo si nota per il silenzio mediatico calato sugli arrivi, con i giornali pro esecutivo che fanno finta di niente, mentre al Viminale sono tutti al lavoro per garantire che gli sbarchi vadano a buon fine.

Per la Lamorgese l'aumento degli arrivi dipende da crisi internazionali, guerra libica, Tunisia senza governo e

bisogna «contestualizzare». La verità è che in tutta Italia ci sono le strutture dell'accoglienza che già si sfregano le mani annusando la prospettiva di guadagnare ancora sulle spalle di chi è in cerca di un futuro migliore.

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