Roma - Studi di settore addio. Probabilmente sì. Sul futuro dell'imposizione fiscale su imprese e lavoratori grava però un'incognita. Espressa in termini icastici dalla Cgia di Mestre. «Non vorremmo passare dalla padella alla brace», ha commentato ieri il coordinatore dell'Ufficio Studi, Paolo Zabeo, sottolineando che «se il nuovo indicatore di affidabilità fiscale non comporterà una diminuzione del carico fiscale e una importante semplificazione burocratica nei rapporti tra fisco e contribuente, non servirà a nulla».
Il nuovo sistema dell'indicatore di compliance, equiparabile a una pagella da 1 a 10, prevede premi per chi otterrà voti alti: rimborsi in tempi più brevi e soprattutto esclusione da alcuni accertamenti, dunque una prospettiva più serena, caratterizzata da minore litigiosità con il fisco. Come evidenziato ieri dal Giornale, il rovescio di questa medaglia è rappresentata da una sorta di moral suasion ad aumentare l'autotassazione, cioè a liquidare preventivamente un po' di imposte in più per evitare di finire negli ingranaggi del Grande Fratello il quale è tutt'altro che seppellito.
È stato recentemente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale un decreto del ministero dell'Economia che prefigura la situazione cui i contribuenti si troveranno di fronte nei prossimi mesi. Se si vorrà ridurre di un anno la possibilità di accertamento da parte dell'Agenzia delle Entrate, professionisti, pmi e tutti coloro che sono soggetti a contabilità semplificata dovranno trasmettere telematicamente i dati delle fatture elettroniche e limitare l'uso del contante a 30 euro. Pagamenti ed incassi di importo superiore dovranno essere effettuati esclusivamente con carte di debito o credito, con assegni non trasferibili oppure tramite bonifico. L'agenzia guidata da Rossella Orlandi incrocerà questi dati con quelli rivenienti dagli altri database a disposizione per favorire «l'emersione spontanea delle basi imponibili». In ogni caso, anche la Guardia di Finanza potrà acquisire queste informazioni giacché la compliance sul versante dei redditi di impresa non esclude ulteriori accertamenti sui redditi da capitale.
Se aggiungiamo a tutto questo un'altra circostanza, il quadro diventa più chiaro: da 9 mesi, infatti, il Tesoro deve emanare il decreto attuativo della normativa contenuta nella stabilità 2016 sui micropagamenti (ossia la possibilità di pagare il caffè al bar con la carta di credito «ammorbidendo» le commissioni bancarie su questo tipo di transazioni).
Ecco perché la Cgia ha chiesto che le associazioni di categoria siano invitate al tavolo che fisserà i parametri per assegnare i voti in pagella. Insomma, il Grande Fratello è vivo e lotta assieme al ministro Pier Carlo Padoan.
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