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Ecco la prova definitiva: l'islam moderato fa il furbo

Come potrebbero i musulmani "moderati" turchi non rassomigliare al loro leader supremo? Ma se non sono moderati i musulmani della Turchia, Paese alleato membro della Nato e candidato ad aderire nell'Unione europea, come potremmo immaginare che gli altri musulmani siano moderati?

Ecco la prova definitiva: l'islam moderato fa il furbo

Se i musulmani «moderati» con cui dovremmo allearci per sconfiggere i musulmani terroristi sono quelli che due giorni fa hanno oltraggiato le vittime delle stragi di Parigi, violando il minuto di silenzio nello stadio di Istanbul prima della partita di calcio tra la Turchia e la Grecia, al grido di «Allah è il più grande», che è lo stesso scandito puntualmente dai terroristi prima di perpetrare i loro crimini, significa semplicemente che l'islam moderato non esiste.

Così come ci chiarisce che i musulmani possono essere «moderati» solo se si discostano da ciò che Allah prescrive nel Corano e da ciò che ha detto e ha fatto Maometto, in quanto incompatibili con la nostra civiltà laica e liberale.Il fatto che la medesima dissacrazione delle vittime del terrorismo si sia già verificata lo scorso 13 ottobre durante il minuto di silenzio che precedette la partita di calcio Turchia-Islanda, giocata dopo la strage di 97 manifestanti curdi ad Ankara, evidenzia la contiguità tra questi sedicenti musulmani «moderati», che vanno allo stadio, e i terroristi islamici dell'Isis autori di entrambe le stragi di Ankara e di Parigi.

Lo stesso presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il principale sponsor sia dei Fratelli musulmani sia dello Stato islamico dell'Isis, è stato categorico: «Non c'è un islam moderato e un islam non moderato. L'islam è l'islam». Nel 1998 Erdogan fu imprigionato per aver decantato pubblicamente i versi del poeta Ziya Gökalp: «Le moschee sono le nostre caserme, le cupole i nostri elmetti, i minareti le nostre baionette e i fedeli i nostri soldati». Il 27 novembre 2014 a Istanbul, nel suo intervento alla riunione del Comitato permanente sulla cooperazione economica dell'Organizzazione per la cooperazione islamica (Oci), che riunisce i 57 Paesi musulmani, Erdogan ha detto che all'Occidente «piace veder morire i nostri figli»: «L'Occidente non ci ama, vuole solo sfruttare le nostre ricchezze ed è per questo che si interessa dei conflitti in Medio Oriente (...) Voglio dirlo apertamente: gli stranieri amano il petrolio, l'oro, i (...)(...) diamanti e la manodopera a basso costo del mondo islamico. Gli piacciono i conflitti, gli scontri e le dispute in Medio Oriente. Ma credetemi, noi non gli piaciamo affatto (...) Sembrano nostri amici ma ci vogliono morti, gli piace veder morire i nostri figli, fino a quando lo sopporteremo? (...) Dobbiamo risolvere da soli i nostri problemi (...) L'unica maniera per superare le crisi del mondo islamico è unità, solidarietà e alleanza».

Come potrebbero i musulmani «moderati» turchi non rassomigliare al loro leader supremo? Ma se non sono moderati i musulmani della Turchia, Paese alleato membro della Nato e candidato ad aderire nell'Unione europea, come potremmo immaginare che gli altri musulmani siano moderati?Ebbene è arrivato il momento in cui dobbiamo chiarire che cosa significhi essere moderati. L'errore che abbiamo finora commesso è di limitarci a chiedere ai musulmani di condannare le stragi dei terroristi islamici dopo che vengono perpetrate, quando si fa la lacerante conta delle vittime e un intero popolo è affranto dal dolore. La condanna del terrorismo islamico deve invece essere assolutamente scontata. Chi non dovesse condannare, un attimo dopo deve essere espulso o gli si deve revocare la cittadinanza per tradimento dello Stato.D'ora in poi dobbiamo esigere che tutti i musulmani sottoscrivano l'adesione incondizionata alla fede nella sacralità della vita di tutti, compresi ebrei e cristiani, israeliani o americani, riconoscano la pari dignità tra tutte le persone, a cominciare dalla pari dignità tra uomo e donna, rispettino la libertà di scelta, compresa la libertà di un musulmano di abiurare l'islam e di convertirsi o non convertirsi ad altra fede senza essere automaticamente condannato a morte per apostasia. Queste sono le fondamenta dell'essere cittadini, membri di una società civile. Solo se avremo la lucidità intellettuale e il coraggio di far rispettare ai musulmani ciò che tutti i cittadini sono tenuti a rispettare, potremo essere pienamente noi stessi dentro casa nostra. Ma se non lo faremo vorrà dire che abbiamo perso in partenza, che abbiamo scelto di rassegnarci e di sottometterci all'islam.

magdicristianoallam.it

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