Ecco come riscattare la laurea. Ma la pensione resta povera

Si applica a chi ha meno di 45 anni. Il costo è di 5.185 euro per ogni anno, non serve a chi punta a quota 100

Ecco come riscattare la laurea. Ma la pensione resta povera

Riscatto degli anni della laurea molto vantaggioso, ma per pochissimi. Con uno sconto oggi riconosciuto agli inoccupati e che può comportare risparmi fino al 50%. Ma solo per lavoratori giovani, che sono generalmente anche quelli meno interessati a includere gli anni dell'Università nella storia contributiva. E più avanti vedremo perché.

Una delle novità del decreto approvato la settimana scorsa è il rafforzamento del riscatto della laurea. Misura inserita all'interno di Quota 100, ma che non ha nulla a che vedere con il ritiro anticipato per i 62enni, visto che è riservato a chi ha meno di 45 anni. Non potrà diventare uno scivolo verso Quota 100, insomma. E a ben guardare gli unici che avrebbero potuto avere un vantaggio dal riscatto sono i potenziali pensionati quotisti.

Il vincolo dell'età taglia fuori molti lavoratori ed è stato aggiunto per contenere i costi della misura.

La platea si restringe ulteriormente se si considera che è possibile solo per riscattare anzianità contributiva. Quindi periodi di lavoro successivi al 1996, anno in cui entrò in vigore la riforma che impose il metodo di calcolo della pensione basato sui contributi versati.

È possibile riscattare al massimo 5 anni, applicando il metodo oggi riservato agli inoccupati. In sintesi, si moltiplica l'aliquota contributiva del 33% al minimale del reddito degli artigiani, pari a 15.710 euro.

L'importo per ogni anno ricattato è quindi 5.185 euro.

Se nel periodo che si vuole riscattare ci sono alcuni versamenti, magari per un lavoro temporaneo, si perde anzianità contributiva pari alle quote pagate. Si possono riscattare gli anni di laurea, ma anche quelli di dottorato oppure la durata di una borsa di studio priva di contributi previdenziali. Il requisito di base è chiaramente avere concluso un ciclo di studi. Niente riscatti per percorsi universitari interrotti a metà.

Per quanto riguarda i costi pre decreto, sempre per gli anni dal 96 in poi, un lavoratore deve moltiplicare il contributo previdenziale vigente alla data della domanda per il coefficiente connesso all'età. Pesa quindi anche il reddito. A spanne, un farmacista 40enne spenderebbe più di 7 mila euro all'anno, il decreto pensioni e reddito di cittadinanza fa quindi risparmiare più di due mila euro.

Un uomo di 40 anni, dipendente e contribuente Inps con un reddito di 50 mila euro per riscattare quattro anni può arrivare a pagare poco meno di 60 mila euro. Sono 15 mila euro all'anno, contro i 5.000 del decreto.

La misura è vantaggiosa per giovani professionisti con redditi alti. Anche se sono proprio i lavoratori under 40 i meno interessati al riscatto della laurea, spiega un consulente specializzato.

Non è solo imprudenza. Gli anni di contributi riscattati serviranno solo a guadagnare anzianità contributiva, non avrà nessun impatto sull'entità dell'assegno. Ventimila euro per guadagnare cinque anni di anzianità, quando il sistema previdenziale per le giovani generazioni prevede praticamente solo la pensione di vecchiaia. Che si ottiene con pochi anni di contributi.

Traccia del disinteresse dei giovani verso il riscatto emerge anche dal sito Inps.

Nella pagina dedicata ad alcuni esempio di riscatto (impossibile fare simulazioni precise), i tecnici dell'istituto di previdenza spiegano che i casi citati sono reali, pescati dal database. Mancano i giovani. «Negli archivi Inps non esistono 40enni che hanno iniziato a lavorare a 26 anni e che hanno fatto richiesta di riscatto laurea».

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