Ecco la tassa sui condizionatori Salasso per negozi e abitazioni

L'ultima eurofollia: da ottobre in vigore la norma che obbliga a certificare gli impianti più potenti. I consumatori insorgono: mazzata da 200 euro

RomaLa notizia di una tassa sull'aria condizionata lanciata nei giorni più caldi dell'anno fa un certo effetto. Forse per questo la denuncia è arrivata proprio ieri (peraltro durante le ore più calde della giornata) dalle associazioni dei consumatori e ha creato un certo scompiglio. Polemiche politiche, proteste e poi un smentita ufficiale dal ministero dello Sviluppo economico, seguita da una conferma dalle associazioni di categoria del commercio.

Il balzello sull'ara fresca c'è. Ma riguarda solo gli impianti più potenti. Come dire, non si tassa lo split che in questi giorni tanti italiani stanno installando nelle camere da letto come rimedio anti insonnia, ma l'aria fresca nel negozio di alimentari o di abbigliamento sì. Così come quello sulle abitazioni più grandi. E non è poco.

Questi i fatti. Adusbef e Federconsumatori hanno ricordato che da ottobre entrerà in vigore una tassa sugli impianti di condizionamento prevista da una direttiva europea sulle emissioni di anidride carbonica. Le associazioni dei consumatori hanno stimato l'aggravio in circa 200 euro a famiglia. Il meccanismo è quello fiscal-burocratico del libretto, tipo quello della certificazione energetica o i vari «bollini» anti inquinamento. Cose che agli italiani non piacciono.

Infatti è arrivata subito una precisazione del ministero per lo Sviluppo economico, per spiegare che la maggior parte dei condizionatori non ha l'obbligo del libretto di impianto e manutenzione in quanto non supera la potenza di 12kW. Negozi, quindi, ancora una volta tartassati? Secondo il governo il balzello in realtà porterà dei benefici: «A fronte della spesa per la corretta manutenzione, vi sono importanti vantaggi. Infatti, oltre a garantire la sicurezza, la riduzione dei consumi per il miglioramento dell'efficienza comporta una riduzione della spesa per la bolletta energetica». Senza contare che gli impianti possono contare degli incentivi per le ristrutturazioni.

Tesi che non hanno convinto per niente le associazioni dei commercianti. «A pagare saranno le imprese e non soltanto di piccole dimensioni ed anche le famiglie e non certo a causa dei rincari dei prezzi imposti per scaricare la tassa sui consumatori, che non ci saranno», ha assicurato Confesercenti.

Pagheranno gli impianti necessari a rinfrescare locali da 100 metri in su. In particolare negozi «che spesso, nelle giornate di caldo, vengono prese d'assalto più per il sollievo alla calura che per la merce in vendita». Sulla vicenda è anche scoppiata una polemica politica.

Il centrodestra, con il leader della Lega Matteo Salvini e Mariastella Gelmini di Forza italia hanno chiesto al governo di impugnare la normativa europea. Il Pd e l'Ncd hanno replicato ironizzando sulla «bufala». Nessuno ha però risposto ai commercianti, che in questi giorni stanno regalando un po' di fresco a chi passeggia in città.

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