Effetto faida, il primo flop è sulla «monnezza»

L'Ama è senza amministratore unico e Roma rischia di ripiombare nell'emergenza rifiuti

Effetto faida, il primo flop è sulla «monnezza»

Roma Roma pulita entro il 20 agosto, aveva garantito la sindaca Virginia Raggi, in attesa di presentare un più ampio progetto di impianti capaci di raggiungere l'obiettivo rifiuti zero. E in effetti la città, dopo l'emergenza di fine luglio quando era difficile trovare per le vie un cassonetto che non straripasse di immondizia, sembrava aver ripreso un aspetto degno della capitale d'Italia. Con l'assessore all'Ambiente Paola Muraro che, messe da parte le polemiche sulle sue consulenze milionarie, ha cominciato a pungolare l'Ama - fresca di nuovo amministratore unico - per ripristinare il prima possibile i servizi di pulizia delle strade. Anche a Ferragosto, tutti al lavoro, per rispettare l'impegno preso con i cittadini.

Certo, durante l'estate la città si svuota e la produzione di rifiuti crolla. Comunque nel giorno della scadenza dell'ultimatum Roma aveva un aspetto decisamente più pulito, soprattutto nei quartieri centrali, un po' meno in periferia, dove qualche discarica a cielo aperto c'era ancora. Ma la vera prova del nove per la giunta era ora, all'inizio di settembre, a vacanze finite. Lunedì in particolare, quando la città tornerà ai ritmi di sempre, in attesa della riapertura delle scuole, e ricomincerà a produrre più di 5mila tonnellate di rifiuti al giorno. E proprio ora che il Comune di Roma doveva farsi trovare pronto a rispondere alle esigenze dei cittadini ai quali la Raggi all'inizio di agosto aveva garantito una città pulita a stretto giro, ecco la débâcle. Insieme al capo di gabinetto del sindaco, Carla Romana Rainieri, e all'assessore al Bilancio, Marcello Minenna, hanno lasciato l'incarico nel giro di poche ore anche il direttore generale e l'amministratore unico dell'Atac, Marco Rettighieri e Armando Brandolese, e l'amministratore unico di Ama, Alessandro Solidoro, che era legato a doppio filo a Minenna, e che vince il record della più corta permanenza ai vertici di un'azienda. Nominato meno di un mese fa al posto di Daniele Fortini, dopo gli attriti di quest'ultimo con l'assessore Muraro, Solidoro era venuto a Roma per cercare di risolvere la disastrosa situazione dell'Ama, essendo lui esperto di gestione di crisi d'impresa, oltre che presidente dell'Ordine dei commercialisti di Milano.

Sembrava fatta. Sembrava che almeno il capitolo rifiuti i grillini lo avessero chiuso con merito. Ora, invece, quella che ha tutta l'aria di essere una faida interna tra le diverse anime del Movimento, ha rimescolato le carte, rischiando di mettere nuovamente in ginocchio Roma sul fronte rifiuti. Uno dei settori più delicati, soprattutto senza una guida.

Certo, c'è il direttore generale pro tempore Stefano Bina, che per ora ha deciso di restare. Per questo nella corsa a valutare i curricula per far fronte all'ondata di dimissioni, la giunta ha dato la precedenza all'Atac.

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