Diversi comuni, tra i quali Roma e Milano, ma anche Napoli, Bologna e Torino, dovranno rinnovare la guida nei prossimi mesi e sembra ormai tramontata l'idea di andare a elezioni a primavera. Sarebbe stato incoerente far votare milioni di italiani per il rinnovo degli organismi comunali ma utilizzare la pandemia come scudo per non sciogliere le Camere e rinnovare il parlamento. I tempi stringono a Palazzo Chigi per definire le date del voto e pare che questo sarà uno dei primi dossier che Mario Draghi troverà già nei prossimi giorni sulla sua scrivania per arrivare a una risoluzione con rapidità.
La scadenza naturale del mandato sarà maggio e ora ci si interroga sull'opportunità di mandare alle urne milioni di italiani già in primavera o se sarebbe meglio aspettare l'autunno, magari settembre o preferibilmente ottobre. Marco Antonellis su Tpi.it rivela che il Quirinale sarebbe particolarmente interessato a questa seconda opzione, come dimostra il discorso di Sergio Mattarella nel giorno in cui ha dichiarato fallito il tentativo di Roberto Fico. Dal Colle, infatti, spiegano che "sarebbe impensabile aprire i comizi elettorali in piena pandemia con il rischio di creare seri problemi alla lotta al Covid e alle vaccinazioni che già vanno a rilento".
L'attuale esecutivo che si è insediato a Palazzo Chigi sembra propendere per la linea della prudenza dettata dal Quirinale ma la discussione è ancora accesa. Nulla è stato ancora deciso e, per il momento, nemmeno ufficialmente dibattuto. Le posizioni dei partiti che compongono la maggioranza di governo potrebbero essere divergenti in tal senso e il compito di Mario Draghi sarà quello di trovare la quadra. L'unico aspetto sul quale tutti concordano sono i tempi: devono essere abbreviati e una risposta deve arrivare ne giro di pochi giorni, affinchè si possa iniziare a improntare un programma. Come spiega Antonellis, infatti, "fa molta differenza sapere se hanno ancora qualche mese di tempo per chiudere le candidature oppure no". Mario Draghi non ha molto tempo per dare risposte.
L'argomento delle candidature è un tasto dolente per i partiti. A Roma, per esempio, dev'essere ancora individuato ufficialmente il candidato per la coalizione M5S e Pd: Roberto Gualtieri avrebbe già dato la sua disponibilità, con ancora molti aspetti da chiarire, ma Virginia Raggi non sembra intenzionata a lasciare il Campidoglio senza giocarsela.
Anche dalle parti del centrodestra, come spiega Antonellis, c'è ancora indecisione sul candidato da schierare per la corsa a sindaco di Roma. Anche a Milano la corsa è ancora aperta, con l'unica certezza della ricandidatura di Beppe Sala.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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