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Elsa Fornero piange di nuovo: ho sbagliato, ma è colpa del Cav

L'ex ministro rinnega un'altra volta la sua riforma. Poi prova a girare le responsabilità sul centrodestra

Elsa Fornero piange di nuovo: ho sbagliato, ma è colpa del Cav

Roma - Nessuno è perfetto e le riforme del Fu governo Monti sicuramente non lo sono state. Ieri è stata Elsa Fornero, ex ministra del Lavoro dell'esecutivo nato nel 2011 a prendere le distanze dalla legge che porta il suo nome. «Nessuna riforma nasce perfetta e io ricordo che noi fummo costretti a vararla in 20 giorni», ha spiegato durante un'intervista a Radio Montecarlo a proposito della legge che ha reso i requisiti per il pensionamento italiani i più rigidi d'Europa.

Tesi non molto diverse furono espresse dal Mario Monti a proposito della riforma del Lavoro del suo governo. Oppure, in modo ancora più marcato, quando scoppiò il caso esodati. L'ex premier incolpò Fornero di avere sottovalutato la portata del fenomeno e l'ex ministro ammise un errore, anche se a carico dell'Inps, non suo. Colpa dell'emergenza e del poco tempo a disposizione.

A quattro anni dalla chiusura del governo tecnico fortemente voluto da Giorgio Napolitano, lo scaricabarile continua.

Fornero ieri ha sentito il bisogno di intervenire sulla polemica montata a proposito dello scatto a 67 anni dell'età pensionabile. Prima scaricando le responsabilità sui governi che hanno seguito il suo. «Se c'era la necessità di cambiare qualcosa, dopo cinque o sei anni le cose potevano essere aggiustate», ha lamentato. Tradotto, se c'era un errore, perché non è stato sanato in questi anni?

Poi, come successe nel caso esodati-Inps, ha negato che l'errore sia imputabile a lei. «Noi non avevamo previsto la pensione a 67 anni semplicemente abbiamo dato attuazione ad una legge che era stata introdotta dal governo Berlusconi e dunque con i ministro Tremonti e Sacconi e che dice in modo semplice: se si vive di più, si lavora di più».

La storia (infinita) delle riforme previdenziali italiane dice altro. Il meccanismo di adeguamento dell'età della pensione alle aspettative di vita parte effettivamente da due leggi del 2009 e del 2010. Ma quella del governo Berlusconi partiva da una base di 62 anni. La riforma Fornero ha innalzato l'età della pensione e oggi lo scatto del 2019 partirà da 66 anni e 7 mesi. Più di quattro anni fanno la differenza. La legge Fornero ha poi accorciato gli scatti: da cadenza triennale passano a quella biennale.

A ben guardare il problema della riforma Fornero è che serviva a fare cassa e non a rimettere in equilibrio un sistema previdenziale che nel passato aveva concesso troppo e per questo andava rimesso sui binari compatibili con quelli degli altri paesi europei.

Per questo è molto meno che imperfetta.

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