"Così finiamo al macello". Le nuove regole d'ingaggio legano le mani alla polizia

Il Viminale crea a tavolino norme per non esporre a critiche chi le ha concepite. E manda al macello i poliziotti individuando responsabilità a loro carico in qualunque modo intervengano

"Così finiamo al macello". Le nuove regole d'ingaggio legano le mani alla polizia

Roma - Il Sap potrebbe abbandonare le trattative in corso al Viminale per ridefinire le regole d'ingaggio per le forze dell'ordine. La bozza delle nuove norme non piace affatto al principale sindacato autonomo della Polizia, che ne critica la vaghezza e la mancanza di tutela per gli agenti. Tanto che il segretario generale, Gianni Tonelli, confermando la «forte intenzione» di lasciare il tavolo ministeriale, lamenta l'impressione di esser «stati “venduti” al partito dell'anti polizia e degli allergici alle divise».

Nel mirino, appunto, le indicazioni contenute nelle «schede» che riassumono i comportamenti da seguire per chi indossa una divisa nelle varie situazioni operative, dall'ordine pubblico ai fermi, regolando in particolare l'uso della forza e dei mezzi di coazione fisica. Per il Sap, le nuove regole d'ingaggio avrebbero dovuto essere inserite in «poche norme ma chiare» in grado di «garantire sia gli operatori di polizia, sia i cittadini». Ma la formulazione ora sul tavolo del Viminale è invece, secondo il sindacato, «una congerie di norme che dicono tutto e il contrario di tutto», che sembrano «create a tavolino per non esporre a critiche chi le ha concepite», mandando però «al macello» i poliziotti, «individuando responsabilità a loro carico in qualunque modo intervengano».

Norme che confondono invece di chiarire, insomma. Che per il Sap sembrano scritte da qualcuno che non ha esperienza «sul campo». Tonelli snocciola i «casi» più eclatanti presenti nella quindicina di schede con le nuove regole d'ingaggio, che rimarcarebbero l'«approccio basato sul dialogo» anche «in presenza di soggetti facinorosi e violenti». Anche la raccomandazione di utilizzare i manganelli, in caso di «guerriglia», per colpire solo braccia e gambe «senza toccare le articolazioni», per l'organismo di rappresentanza ritiene è difficilmente applicabile. E una delle novità accolte con favore - la distanza di sicurezza (15 metri) tra polizia e manifestanti - è criticata dal Sap perché le stesse norme prevedono che «l'inosservanza di tale limite attiva solo il passaggio della squadra dal riposo al preallarme e non determina alcuna reazione delle unità operative». Troppa ambiguità, insomma, per il Sap incarnata da «principi» come quello che invita a non «intendere in maniera rigida» le «modalità di intervento» ma a considerarle meri «modelli di riferimento modificabili». Come per la norma che prevede che, di fronte a una persona alterata con «elevata potenzialità offensiva», gli agenti dovrebbero «congelare» la scena e aspettare i medici. In che modo «congelarla», però, le norme non lo dicono.

«Invece di poche regole semplici rischiamo di trovarcene centinaia, imprecise, in contrasto tra di loro e intrise di pregiudizio. Viene il sospetto che il dipartimento di Ps abbia voluto assecondare o non irritare certi ambienti solitamente molto aggressivi nei nostri confronti», conclude Tonelli.

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