È emergenza stupri tra dati contestati e polemica politica

«Le donne siano caute, si scoprano meno» Bufera per le tesi del senatore D'Anna (Ala)

È emergenza stupri tra dati contestati e polemica politica

Ma in Italia c'è o non c'è un'emergenza stupri? I numeri dicono che il fenomeno è preoccupante ma in lieve flessione. Quello che è in chiara crescita è lo stupidario sugli abusi sessuali, tema la cui delicatezza consiglierebbe a politici e opinionisti una maggiore continenza verbale. Ieri a stupire sono state le bizzarre opinioni del senatore verdiniano Vincenzo D'Anna che, intervistato chissà a che titolo da una radio, così ha sentenziato: «Io non sono un maschilista, ma il corpo della donna è oggetto e fonte di desiderio da parte dell'uomo. È un istinto, sarà primordiale, sarà ancestrale, quello che volete. Molte volte servirebbe un minimo di cautela. Certe volte un tipo di abbigliamento, un tipo di contesto, fa pensare a dei soggetti che siano una manifestazione di disponibilità da parte della donna. Serve un poco di buonsenso, un poco di cautela alle donne non farebbe male. Io alle tre di mattina sconsiglierei mia figlia di camminare in una periferia da sola, peggio ancora se è vestita in maniera disinvolta».

Una bella copia dei concetti espressi all'indomani dei fatti di Rimini dall'ormai celebre mediatore culturale pachistano al servizio di una coop emiliana, autore sui social di questo profonda analisi sessual-antropologica: «Lo stupro è peggio solo all'inizio, poi la donna si calma». Naturalmente contro D'Anna si è presto rappattumato l'esercito delle anime belle scandalizzate, il politicamente corretto subito sguainato. «Il nostro desiderio, che non è primordiale, ma attuale e moderno, è vedere D'Anna fuori dal Parlamento perché non merita di rappresentare degnamente il Popolo italiano e per questo chiediamo le sue immediate dimissioni», tagliano corto ad esempio le donne dei Verdi.

Ma c'è anche chi fa peggio anche se provoca meno scandalo. Prendete ad esempio Carmen Di Genio, avvocato che fa parte del comitato Pari opportunità della Corte d'Appello di Salerno. In un video che circola in rete la si vede nel corso di un convegno su sicurezza e legalità organizzato da un'associazione pronunciare questa sorta di assoluzione urbi et orbi degli stranieri violenti: «Non possiamo pretendere che un africano sappia che in Italia, su una spiaggia, non si può violentare». Vicino a lei un signore pelato con il pizzetto e qualche incarico certamente importante annuisce convinto.

Quindi la colpa degli stupri è o delle donne che provocano gli istinti più bassi dei maschi autoctoni o alloctoni. O di noi che non educhiamo gli stranieri ai nostri valori (ma il non-stupro non dovrebbe essere un valore ma la normalità). Dare la colpa a chi lo stupro lo attua non sta bene, non si fa. È proprio l'ultima spiaggia (e non quella di Rimini). Eppure i dati resi noti qualche giorno fa dall'Istat - unico aspetto oggettivo in questa fiera del pensiero a spasso - ci dicono che quasi quattro denunciati su dieci per stupro in Italia sono stranieri: nei primi sette mesi del 2017 sono stati 904 contro 1534 italiani, una proporzione elevatissima se si pensa che gli stranieri residenti in Italia al sono l'8,3 per cento della popolazione residente. Prime nazionalità rappresentate nella classifica dell'infamia romeni (8,6 per cento), marocchini (6,0) e albanesi (1,9). I dati ci dicono anche che vengono denunciati in media 11 stupri al giorno, circa 4mila all'anno, con una lieve flessione negli ultimi anni. Quindi l'emergenza stupri c'è, sì. Ma c'è sempre stata.

E mentre gli opinionisti si sbizzarriscono in commenti da bar, le cronache riportano un nuovo odioso caso alla periferia di Trieste. Un tentativo di violenza sessuale sarebbe stato compiuto su una ragazza disabile seguita dal centro di salute mentale di Domio. La ragazza sarebbe stata riconosciuta da un operatore sanitario della struttura mentre veniva portata a forza in una strada del quartiere di Borgo San Sergio da due uomini e avrebbe raccontato delle violenze subite.

E poche ore dopo i medici del pronto soccorso dell'ospedale pediatrico Burlo Garofolo hanno visitato la ragazza dichiarando che sì, probabilmente la violenza c'è stata. Gli aggressori sarebbero due anziani triestini nei cui confronti è stato disposto l'esame del Dna, da confrontare con un tampone vaginale prelevato sulla vittima.

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