Cronache

Farne a meno sarebbe l'Apocalisse

"Ognuno si domandi quale è il suo idolo - ha detto il Papa - e una volta capito lo getti via". Il Papa ha poi spiegato che un idolo è "una visione che tende a diventare una fissazione, un'ossessione"

Farne a meno sarebbe l'Apocalisse

In agosto i media hanno di solito poche notizie, e allora ecco si lanciano con grande rilievo su quelle che normalmente verrebbero ignorate, o quasi. Non è forse questo il caso di papa Francesco, che occupandosi dell'essere umano nella sua interezza ha sempre qualcosa da dire, ma oggi si dà grande rilievo a una sua dichiarazione di ieri. «Ognuno si domandi quale è il suo idolo - ha detto il Papa - e una volta capito lo getti via». Ha poi spiegato che un idolo è «una visione che tende a diventare una fissazione, un'ossessione». Bello. Fa venire in mente il discorso evangelico «Se dunque il tuo occhio destro ti fa cadere in peccato, cavalo e gettalo via da te» (Matteo, 5, 29).

Sagacemente Francesco, sapendo che nessuno è disposto a cavarsi un occhio per non commettere mettiamo il peccato di voyerismo, ha attualizzato il problema rendendocelo più vicino con l'esempio dello smartphone, idolo da buttare se ne diventiamo schiavi. L'uscita agostana pone pur sempre un problema chiacchierato: quasi tutti noi, infatti, passiamo ore a fissare quello schermo.

É un peccato? Lì dentro si trova molto di quello che ci è necessario o addirittura indispensabile: la posta, il telefono, i messaggi, le notizie, gli amici, le fotografie, le previsioni del tempo, l'andamento della borsa, e andate avanti voi se no finisco lo spazio senza avere detto niente. Lo smartphone contiene il lavoro, gli affetti, il gioco, il sapere rapido: è dunque una benedizione divina, per chi ci crede, trasmessa attraverso un signore (sempre sia lodato) che si chiamava Steve Jobs: farne a meno sarebbe l'apocalisse, il ritorno a un passato che ci apparirebbe arcaico, quasi primitivo, e anche il Papa lo sa. Sarebbe dunque bastato che come ogni buon genitore con i figli dicesse a noi ragazzi di non esagerare con il telefonino. Solo che, rispettoso del proprio ruolo solenne, ha dovuto enfatizzare il discorso parlando di idoli ecc. Si sa che gli idoli sono da sempre un avversario della Bibbia, del cristianesimo, del cattolicesimo, e così il cerchio si chiude.

Un momento, però, caro @Pontifex_it che seguo su Twitter, dove compari con una certa frequenza.

L'avvertimento sui rischi del telefonino va bene, grazie, ma avremmo preferito un richiamo più duro, più continuo, più sdegnato su quell'essere schifoso (un prete) che - beccato in auto a manipolare una bambina - si è giustificato dicendosi convinto che avesse 14 o 15 anni. Se dobbiamo gettare via il cellulare, di quell'uomo che facciamo, Santo Padre?

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