Fascicolo del Csm sul doppio ruolo del procuratore di Arezzo: indaga sul caso Etruria e aiuta l'esecutivo

Roma. Il Consiglio superiore della magistratura ha decretato l'apertura di un fascicolo sul procuratore di Arezzo Roberto Rossi, alla guida dell'ufficio che sta conducendo l'inchiesta sulla Banca Etruria. Il comitato di presidenza ha accolto la richiesta presentata dal componente laico in quota Forza Italia, Pierantonio Zanettin, che aveva chiesto di verificare se vi fossero profili di incompatibilità legati al fatto che Rossi sia consulente per il governo. La pratica è stata affidata alla Prima commissione, presieduta dall'ex ministro della Salute, Renato Balduzzi. Il relatore sarà il magistrato palermitano Piergiorgio Morosini, togato di Area, la componente di sinistra della magistratura.Zanettin è soddisfatto dell'accoglimento della sua istanza poiché non sempre il Csm è solerte nell'esame dei casi e tiene soprattutto a sottolineare come la questione sollevata sia relativa all'autodisciplina dei magistrati. «Rossi, che ha ottime referenze da procuratore, non doveva porsi in questa condizione». Occorre, infatti, ricordare che Palazzo dei Marescialli aveva autorizzato la consulenza nel 2013 quando il premier era Enrico Letta, l'incarico è stato poi prorogato dall'organo di autogoverno a maggio scorso. Ma a quel punto Rossi stava già indagando sul commissariamento di Banca Etruria, di cui era vicepresidente Pier Luigi Boschi, padre del ministro Maria Elena. Se Rossi avesse abbandonato la consulenza nessuno avrebbe avuto nulla da ridire.Ora l'azione del pm sarà sempre oggetto di riserve. Se procederà all'iscrizione nel registro degli indagati del papà di Boschi, la difesa potrà eccepire un'eventuale pressione mediatica cui sarebbe stato sottoposto il magistrato inquirente. Se invece dovesse propendere per la non iscrizione, ci potrebbe essere sempre il retropensiero in base al quale anche l'onesto magistrato si sarebbe in qualche misura «adeguato» alla politica. Circostanza, quest'ultima, che getta un'ombra sulle dichiarazioni rilasciate ieri da Balduzzi che da presidente della commissione si interesserà del caso.

«Voglio sottolineare la nostra indipendenza di giudizio, in quanto non siamo né i difensori delle maggioranze politiche né la sponda e il megafono delle opposizioni», ha affermato. Parole dalle quali trasparirebbe un atteggiamento di clemenza.GDeF

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