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La favola dei bimbi tristi e dei cagnolini rapiti (ma uno è già ritornato)

A Maya i ladri, impietositi, hanno ridato Sasha Edward scrive a Babbo Natale: ridammi Morse

La favola dei bimbi tristi e dei cagnolini rapiti (ma uno è già ritornato)

Queste due storie sono come treni che corrono su binari paralleli. Il primo ha già raggiunto la stazione d'arrivo, dove una bambina viene trattenuta a stento da una folla in festa, che le impedisce di finire, per la gioia, sui binari prima che il convoglio si fermi. Il secondo corre nella notte gelida e nessun ferroviere ne conosce la meta. In tutte le stazioni dove passa invisibile, c'è il viso di un bambino disperato, che versa lacrime sui binari.

Il primo treno corre sui binari dei sobborghi di Melbourne (Australia). Lì vive Maya, un'adorabile bambina di quattro anni, assieme ai genitori e a Sasha, un cane Labrador di due mesi, che una strana cicogna ha depositato sulle zerbino di casa otto giorni prima. «Forse era stanca di volare - pensa ancora oggi Maya - ma, per fortuna, la mamma rientrava proprio nel momento in cui il grande uccello con la coda riprendeva il volo». Dopo un solo giorno Maya e Sasha sono un organismo solo. Una notte, papà Ryan Hood e sua moglie Elena Sardi, dopo avere brontolato perché il cane saliva sul lettone di Maya, si alzano incuriositi da uno strano rumore e trovano la bimba che dorme nella grande cuccia tra le zampette di Sasha. Non ce la fanno a sgridarla. Vuoi forse gettare la chiave giusta per entrare nel cuore di una bambina di solito un po' troppo triste e schiva?

È un lunedì mattina, quando papà e mamma devono portare Maya a una visita dall'oculista e s'inventano scuse fantasiose per lasciare il cucciolo a casa da solo. Una volta di ritorno, trovano la porta forzata, i pochi gioielli scomparsi assieme a un laptop e... a Sasha. Maya cade presto in una profonda depressione. L'assistenza pubblica e la polizia diramano comunicati indirizzati ai ladri. «Non c'importa dei gioielli. Vi scongiuriamo di riportarci Sasha». A quel punto i macchinisti del treno si guardano negli occhi e, il giorno dopo il furto, fanno azionare uno scarto che li porta in quella stazione dove una bimba viene trattenuta da una folla in festa.

Il secondo treno corre tra le brughiere del Kent (Gran Bretagna) dove vive Edward un bambino che ha compiuto tre anni proprio ieri e rischia di vivere il giorno di Natale con il cuore spezzato, dopo che i ladri gli hanno portato via il suo migliore amico, Morse, un Border Terrier di nove mesi. La famiglia Latter ha lanciato appelli ovunque affinché i ladri permettano a Morse di tornare tra le braccia di Edward. Lo lascino legato accanto a un negozio con un semplice bigliettino, raggiungano, in modo anonimo, un qualunque veterinario, oppure usino un intermediario per stabilire un riscatto. Qualunque cosa, pur di vedere sorridere ancora quel bambino. Ma Edward, nonostante le lacrime, ha avuto un'idea. Scrivere a Babbo Natale. Lui, con le sue veloci renne, consegna regali in tutto il mondo, arriva con la sua slitta volante nei posti umili e in quelli dei diseredati. Il papà Richard non fa una piega. Foglio, penna e dà una mano a Edward. «Caro Babbo Natale, vorrei solo un regalo per Natale quest'anno, il mio cane Morse indietro. Sono stato un bravo ragazzo per tutto l'anno. Grazie, Edward di due o tre anni». Il web ha risposto e la lettera è rimbalzata nella grande Rete.

Ora vorrei anch'io che questa storia fosse raccolta da chi la legge e penetrasse i cavi e le fibre

dove corrono le favole, fino al cuore di due macchinisti che si guardano negli occhi e decidono di azionare lo scambio che li porta in quella piccola stazione del Kent. Sarebbe il più bel regalo anche per me. Buon Natale.

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