Fico fa il furbetto: va alla Camera in bus quando c'è il fotografo

I cronisti al seguito: «Non cambia abitudini» Ma nel 2017 ha speso solo 20 euro di biglietti

Fico fa il furbetto: va alla Camera in bus quando c'è il fotografo

La vera notizia, come sa chi frequenta davvero abitualmente i mezzi pubblici di Roma, non è che il neo presidente della Camera sia arrivato a Montecitorio in autobus, ma il fatto che abbia trovato posto a sedere sull'85, uno dei carri bestiame del trasporto romano ridotto al fallimento (letteralmente).

Sobrio e serioso, Roberto Fico invece ha fatto il primo miracolo della sua nuova carriera: ha trovato posto per sé e spazio per farsi immortalare da cronisti e fotografi che, di certo solo per una coincidenza, ne hanno seguito il tragitto in treno da Napoli fino a Roma e poi in bus da Termini fino alla Camera, mentre lui dispensava allegre battute: «Per prima cosa, prendo il taxi e vado in ufficio, dice scherzando», annotano i cronisti con tono adorante: «Ma una volta uscito dalla stazione ha puntato dritto verso i capolinea degli autobus salendo sull'85». Nel resoconto epico c'è posto pure per l'assenso degli altri passeggeri: «È giusto che anche i politici prendano i mezzi», annota il fedele cronista.

Fico, recitano ancora le cronache, ha viaggiato in autobus scegliendo «di non modificare la sua vecchia abitudine». Vecchia può darsi, recente forse no. Almeno a giudicare dal prospetto dei rimborsi spese pubblicato dal capo dell'ala dura grillina nel 2017: in tutto l'anno avrà speso sì e no venti euro alla voce «bus e metro». Mentre invece al capitolo taxi compaiono cifre non così esigue: 294 euro a giugno, 290 a marzo, 275 a febbraio, 250 a gennaio, per un totale di circa 15.000 euro in tutta la legislatura, contro 300 di bus e metro. Evidentemente, a telecamere spente, e sicuramente per motivate esigenze di servizio, l'odiata vettura bianca, che sicuramente Fico considera un simbolo del peggior vizio decadente e borghese è tornata utile.

Il fatto che, contemporaneamente, abbia speso così poco per autobus e metro, escludendo che abbia viaggiato a scrocco, se non altro per non aggravare i problemi di bilancio dell'Atac che tolgono il sonno alla collega di partito Virginia Raggi, avrà certamente un'altra spiegazione. Pare da escludere che non si sia fatto rimborsare il biglietto, altrimenti non si spiegherebbe perché a luglio 2017 si sia fatto restituire dalla Camera 3 euro, a marzo addirittura un euro e 50, fino al massimo di aprile: ben 7,50 euro, cioè cinque corse in un mese. Ci sarà un'altra spiegazione: un tesserino da parlamentare, un abbonamento forse (ma di cui non ha chiesto rimborso). Sta di fatto, come ha ricostruito il sito Stylo24 analizzando i rimborsi pubblicati, che il presidente è stato meno sobrio per altre voci di spesa, come l'alloggio da 1.400 euro al mese, più utenze per altri 400 (con un picco di 2.500 a dicembre). Anche queste sono scelte.

Tutto sommato non è così importante: lo show del politico che si fa vedere sui mezzi pubblici «tra la gente» ha precedenti illustri che includono Winston Churchill e, senza andare così lontano, e così in «alto», l'ex sindaco di Roma Ignazio Marino. E non sempre ha portato bene. Del resto, che i grillini avessero scelto la presidenza della Camera come palcoscenico per una campagna elettorale permanente tutta a base di misure populiste anti-casta, era ampiamente previsto (ieri il presidente grillino ha confermato al Tg1 che rinuncerà all'indennità di funzione: «È finita l'epoca dei provilegi»).

La prova è che la foto di Fico, contrapposta all'auto blu della presidente del Senato Casellati, è diventata immediatamente un fotomontaggio diffuso a tappeto sulla Rete fin da ieri mattina dalla macchina propagandistica grillina. Tanto, che prendere il bus non significhi per forza essere un bravo politico importa a pochi.

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