La figlia è in coma: il papà sarà "interprete" delle sue volontà

La donna, maggiorenne, ricoverata da mesi Il padre nominato tutore: deciderà per lei

La figlia è in coma: il papà sarà "interprete" delle sue volontà

È la scelta che voleva avere il padre di Eluana Englaro: decidere per lei; lei che non poteva più esprimere la sua volontà; lei, in un letto che le mangiava giorno dopo giorno la pelle. L'uomo che era rimasto solo e fino alla fine accanto a quella figlia che un tempo era stata sogni e speranze, vita e futuro. Oggi la nuova legge sul biotestamento offre la possibilità di scelta. Ti offre la libertà di decidere al posto della persona cara. Come sta succedendo a un padre ultraottantenne di Modena, come riporta la Gazzetta di Modena. Il genitore è stato nominato tutore della figlia di quarant'anni in coma da mesi, alimentata artificialmente, incapace di comunicare, ricoverata all'ospedale di Boggiovara. Sarà lui la sua voce, lei che oggi da quel letto non può dire o decidere nulla. La figlia che torna al padre che si fa interprete, che sa accogliere- ancora una volta- tra braccia sicure e protettive questa donna tornata bambina. Nominato dal giudice, sarà lui a prendersi la responsabilità di quello che lei avrebbe voluto, arrivata a questo punto. Megafono della volontà di chi non ha lasciato nulla di scritto, responsabilità da vertigini. La vita e la morte per chi hai visto nascere e che il mondo avrebbe dovuto farla sopravvivere a te. Eppure chi in passato non ha potuto scegliere l'ha invocata e supplicata questa legge, perchè proteggere - a volte- vuol dire anche staccare la spina. E ci vuole coraggio a farlo.

È la legge sul biotestamento e il consenso informato che comincia a funzionare. L'articolo tre della legge sulle Dat, disposizioni anticipate di trattamento, che regola nel dettaglio il consenso informato per quanto riguarda i minorenni e le persone incapaci psichicamente. Da oggi in poi sarà il genitore a decidere quali cure, quali terapie accettare o rifiutare per la donna. Lo ha stabilito il magistrato nominandolo amministratore di sostegno, tutore legale in pieno accordo con gli altri familiari. Potrà ritirare la pensione, assolvere alle pratiche burocratiche ma anche, ed è qui la novità rispetto al passato, decidere in materia sanitaria. Sempre che, ha sottolineato il giudice, si impegni a fare l'interesse della figlia e si impegni a ricostruire volontà e desideri in materia patrimoniale e soprattutto sanitaria. Ecco perchè questa sentenza è particolarmente importante. Con piccole clausole; sarà obbligato ad esempio a investire il capitale riscosso in titoli obbligazionari fruttiferi. Per quello che riguarda la sanità, l'aspetto più delicato, il tutore dovrà prestare il consenso informato - o in alternativa il rifiuto - per le cure e i trattamenti necessari per la salute della figlia. Ogni anno dovrà presentare un resoconto scritto sull'attività svolta per il beneficiario e sulle sue condizioni di vita.

Intuire e mettere in pratica, ma come si fa; sapere perché è il sangue del tuo sangue, immaginare cosa vorresti per te stesso, chissà se ti fossi trovato nella stessa situazione. Ma quanto dev'essere maledettamente difficile. Disumano, perchè un padre non la vuole mai la morte per un figlio. La paura di non fare giusto, di prendere la decisione sbagliata che ti toglie il sonno la notte.

Frugare nella memoria e ricordare insieme ai parenti, agli amici se lei avesse mai detto qualcosa a qualcuno, qualche volta. Aggrapparsi a quello, tesoro di parole, ricostruire gli orientamenti del malato, questo gli chiede ora il giudice. Sulle cure a oltranza, oppure no.

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