Il figlio di "Genny 'a carogna" arrestato dopo una sparatoria

Il giovane, 18 anni, ha puntato una pistola contro la polizia. Il complice 17enne ucciso nel conflitto a fuoco

Il figlio di "Genny 'a carogna" arrestato dopo una sparatoria

Una scena da film. Due giovanissimi (18 e 17 anni) a bordo di uno scooter nelle strade di Napoli. I due individuano le «prede»: sono i passeggeri di un'auto lussuosa.

Sembra una rapina facile. Ed effettivamente lo è: in pochi secondi i due baby criminali si impossessano di orologi e portafogli. Lo scooter si allontana velocemente. Sono le 4.22. Nessuno vede nulla. Per i delinquenti sembra fatta. Invece l'allarme in questura è scattato in tempo reale. Lo scooter viene intercettato da una pattuglia del «Falchi» della Squadra mobile (anche loro in moto) in via Duomo. Alla guida dello scooter c'è Luigi C. 17 anni, precedenti per droga, dietro di lui Ciro De Tommaso, 18 anni, figlio del famigerato Gennaro De Tommaso, alias Genny 'a carogna, il capo ultrà del Napoli condannato per traffico di droga, noto per i tragici fatti avvenuti nello stadio Olimpico di Roma in occasione della finale di Coppa Italia il 3 maggio 2014, dopo il ferimento di Ciro Esposito da parte dell'ultras romanista Daniele De Santis. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Ciro tira fuori una pistola (probabilmente giocattolo) che punta in direzione dei due «falchi» che gli sono alle calcagna. L'arma è a salve ma il rumore è identico a quello di una pisola vera. I poliziotti in borghese in servizio antirapina rispondono al fuoco e un proiettile centra il conducente 17enne dello scooter. Ormai senza controllo la moto sbanda e i due rapinatori cadono a terra. Per Luigi non c'è nulla da fare, Ciro viene invece ammanettato e portato in questura. Non ha con sé documenti, ma la sua identità viene accertata in pochi minuti: è il figlio 18 enne del tristemente «celebre» Genny 'a carogna. La vittima, che avrebbe compiuto la maggiore età tra due mesi, viveva ai Quartieri Spagnoli ed era già noto alle forze dell'ordine per essere uno tossicodipendente che, per rimediare la sua dose quotidiana, spacciava droga: reato per il quale era già stato più volte fermato. Stesso curriculum per Ciro De Tommaso che, in più, aveva anche precedenti per altri gravi reati. Entrambi non erano mai stati in carcere, salvati dal fatto di essere entrambi minorenni (De Tommaso aveva compiuto i 18 anni da pochissimo). Gennaro De Tommaso, il padre di Ciro, è ritenuto vicino al clan camorristico Misso, ed è stato condannato a 18 anni di carcere per traffico di droga, scegliendo poi di diventare un collaborare con la giustizia. Di lui si occuparono tutti i media grazie a un'immagine vergognosamente «iconica»: l'ultrà napoletano della curva A, nella nefasta sera del 3 maggio 2014, fu infatti fotografato a cavalcioni degli spalti allo stadio Olimpico di Roma prima della finale di Coppa Italia segnata dagli scontri sfociati nella morte di Ciro Esposito; Genny 'a carogna era lì, arrampicato sulla balaustra non solo a dare ordini alla curva, ma anche a «patteggiare» con giocatori e rappresentati delle forze dell'ordine: scena di uno squallore infinito.

L'esatta dinamica di quanto accaduto a Napoli la scorsa notte non è comunque ancora del tutto chiarita.

Per questo la procura, attraverso l'aggiunto Raffaello Falcone, e gli investigatori della polizia hanno raccolto le versioni delle tre vittime della tentata rapina e dello stesso 18enne arrestato; ricostruzioni che andranno confrontate con quanto riportato nel loro verbale di servizio dai due «Falchi» della Squadra mobile autori dell'inseguimento finito in tragedia.

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