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Fini di nuovo dai pm: "Casa di Montecarlo? Estraneo"

L'ex presidente della Camera torna a parlare coi pm dopo l'arresto di Tulliani: "Ribadita l'estraneità alla vicenda delal casa di Montecarlo"

Fini di nuovo dai pm: "Casa di Montecarlo? Estraneo"

Gianfranco Fini si è presentato oggi dai pm Barbara Sargenti e Michele Prestipino per ribadire "la propria estraneità a ogni contestazione" nel fascicolo in cui è indagato per riciclaggio con la moglie Elisabetta Tulliani, il cognato Giancarlo Tulliani e il suocero Sergio Tugliani per la vicenda della casa di Montecarlo.

"Fini ha reso ampie dichiarazioni sul cui contenuto per motivi di riserbo non possiamo riferire trattandosi di atti secretati", spiegano i suoi avvocati, aggiungendo che l'interrogatorio che si è tenuto nel pomeriggio a piazzale Clodio ed è durato un'ora e mezza circa.

Gianfranco Fini e i Tulliani sono indagati nel fascicolo partito dall'inchiesta sugli affari del "re delle slot" Francesco Corallo. I fatti risalgono al 2008 e nel fascicolo si parla di un giro di riciclaggio di oltre 7 milioni di euro. A tanto ammontano, secondo gli inquirenti, i profitti illeciti accumulati da Sergio e Giancarlo Tulliani, insieme alla moglie dell'ex presidente della Camera. I Tulliani dopo aver ricevuto, attraverso le loro società offshore, enormi trasferimenti di denaro disposti da Francesco Corallo ed operati da Rudolf Baesten, privi di qualsiasi causale o giustificati con documenti contrattuali fittizi, avrebbero trasferito e occultato, con frazionamenti e movimentazioni ad hoc, il profitto illecito dell'associazione utilizzando conti accesi in Italia e all'estero. Oggetto di queste vorticose operazioni, tra l'altro, sono stati i 2,4 milioni di euro, direttamente ricevuti da Francesco Corallo e, successivamente, trasferiti da Sergio Tulliani ai figli Giancarlo ed Elisabetta per essere reimpiegati in acquisizioni immobiliari a Roma e provincia.

Nonché il rilevante plusvalore di oltre 1,2 milioni di euro, derivante dalla vendita dell'appartamento di Montecarlo, già di proprietà di Alleanza Nazionale di cui erano divenuti proprietari, di fatto, i fratelli Tulliani, a spese di Francesco Corallo, il quale aveva anche provveduto all'intera creazione delle società offshore dei Tulliani.

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