Il finto compleanno del presidente Grasso

Il mistero anagrafico del presidente del Senato nuovo leader di Liberi e Uguali è stato svelato dal leghista Roberto Calderoli

Il finto compleanno del presidente Grasso

Pietro Grasso, il leader dal doppio compleanno. Il mistero anagrafico del presidente del Senato nuovo leader di Liberi e Uguali è stato svelato dal leghista Roberto Calderoli, uno dei suoi vice a Palazzo Madama. Nella navicella parlamentare, l'enciclopedia biografica di tutti gli eletti, Pietro Grasso è registrato con la data di nascita al 1 gennaio 1945, a Licata (Agrigento). In realtà non è quello il giorno in cui è nato. Calderoli, custode del segreto, annuncia in aula il compleanno del presidente del Senato e scatta l'applauso dei senatori. Ma questo succede ieri, il 23 dicembre. Dunque? È lo stesso Grasso a rivelare il perché della doppia anagrafica. «È un falso di cui non rispondo» ha detto Grasso, dopo aver ringraziato l'esponente del Carroccio e i senatori per gli auguri, e ha aggiunto: «A quei tempi, subito dopo la guerra c'era la possibilità di guadagnare un anno ai fini della chiamata alle armi... I nostri nonni erano così impressionati dalla guerra che hanno cercato di rivelarmi l'1 gennaio 1945 pur essendo nato il 23 dicembre 1944. In realtà, prematuro...». Nel dicembre '44 erano i mesi finale della guerra mondiale, per l'eventuale chiamata alle armi del neonato Pietro Grasso c'era tempo, ma forse i genitori del presidente del Senato temevano che il conflitto potesse durare per altri decenni. Chissà.

Ma nemmeno l'unica incertezza sulla vita di Grasso. Anche il nome. È Pietro, ma per gli amici «Piero». E poi pure la città natale, Licata, dove ritiene di essere nato «per caso», in realtà «mi considero palermitano al cento per cento». Tutto il resto però, raccontano le sue biografie, è stata una scelta, a partire dalla carriera in magistratura a discapito di quella calciatore, intrapresa con qualche successo in gioventù, dove giocava da centrocampista nella Bacigalupo, squadra della Palermo bene (e con lui giocava Marcello Dell'Utri, che poi dirà, «era uno squadrone, ci giocava anche l'ex Procuratore antimafia Pietro Grasso che era bravo»). Ma il padre gli chiede di prendere una decisione, visto che gli studi risentono del suo impegno calcistico: «Se pensi di poter diventare un campione allora chiudi i libri, mi disse, altrimenti butta via il pallone. Non ebbi alcun dubbio giacché sapevo sin da bambino di voler fare il magistrato» ha raccontato Grasso. Che poi entra in magistratura nel '69, quindi a Palermo dal 1972 come sostituto procuratore, poi con Falcone nel primo maxi processo.

L'aria sorniona inganna, l'ex procuratore Antimafia ha dimostrato grande ambizione, prima con la scalata al Senato (col Pd, poi mollato), poi la leadership di Liberi e uguali («È una vita che ho posizioni di guida, ho guidato

magistrati, processi. Sono abituato a discutere e poi prendere decisioni. Se ne accorgeranno tutti»), intermezzato pure dal sogno del Quirinale («Sono disponibile... ma ho una certa età»). Un felice compleanno (doppio) per Grasso.

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