Roma Rimane ancora confusa la vicenda sulla quale la Procura di Palermo ha aperto un'inchiesta. Stiamo parlando della raccolta di firme necessaria per presentare le candidature del Movimento 5 Stelle alle ultime elezioni regionali in Sicilia.
Un servizio delle Iene su Italia Uno, andato in onda martedì sera, ha riportato d'attualità il «fattaccio» delle firme presunte false. Secondo le testimonianze di un ex militante ci sarebbero state numerose incongruenze nel modo di raccoglierle. Con i futuri consiglieri regionali impegnati in lunghe maratone notturne per «sistemare» le firme retrodatandole. «In questa vicenda - spiega Claudia La Rocco, deputata regionale - il Movimento 5 Stelle è parte lesa perché qualcuno ha probabilmente compiuto un reato utilizzando il nostro simbolo. Se sarà accertato che i colpevoli sono iscritti al Movimento 5 Stelle saranno presi adeguati provvedimenti disciplinari».
Tra i compiti della Digos, incaricata dalla Procura dell'indagine, anche il vaglio delle mail scambiate dagli attivisti (poi divenuti deputati regionali) con alcuni parlamentari 5
Stelle, tra cui Claudia Mannino e lo stesso Di Maio che poi ha girato tutto alle autorità competenti per l'indagine. «Solo loro - aveva spiegato il vicepresidente della Camera - sono titolati a fare luce sulla faccenda».
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