Foa BRACALINI

Paolo Bracalini

Non ha ancora messo piede in Rai, anzi neppure in Italia visto che è in vacanza in Grecia, ma è già partito il fuoco incrociato contro Marcello Foa, giornalista con posizioni lontane dall'ortodossia giornalistica che di solito trova posto nella tv di Stato. Foa, per molti anni al Giornale come inviato e responsabile degli esteri e poi de ilgiornale.it, è stato scelto come presidente della Rai dopo una complessa trattativa tra Salvini e Di Maio sui nuovi vertici del servizio pubblico. Foa è considerato più vicino al leader della Lega, ma con buoni rapporti anche con la galassia di Casaleggio jr, quindi un nome che ha messo d'accordo i due azionisti di maggioranza insieme a quello di Salini (ex La7) come nuovo ad Rai. Dopo i ringraziamenti (anche al premier Conte e al ministro dell'Economia Tria), sui social Foa ha subito commentato la sua investitura alla presidenza di Viale Mazzini: «Mi impegno sin d'ora per riformare la Rai nel segno della meritocrazia e di un servizio pubblico davvero vicino agli interessi e ai bisogni dei cittadini italiani. Sin dai tempi del mio maestro Indro Montanelli, mi sono impegnato per un giornalismo intellettualmente onesto e indipendente e da oggi rinnovo questo impegno morale nei confronti dei giornalisti e di tutti i collaboratori della Rai» ha scritto Foa (che si è lasciato scappare una «h» di troppo, refuso rapidamente corretto).

Dal 2012 Foa è amministratore delegato del società editrice del «Corriere del Ticino», e per questo suo incarico in Svizzera è finito nel mirino dell'Espresso pochi giorni fa, in un articolo («Sovranisti? Sì, ma con la cassa in Svizzera») che il giornalista ha poi querelato.

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