«Carissimi, si avvicina il Natale e quindi mi sento particolarmente vicino a voi che mi siete amici, che mi avete sempre dimostrato la vostra stima e la vostra amicizia». La barba imbiancata è appena accennata e ben curata, gli occhiali sono leggeri a scendere un po' sul naso. Come sempre. Tolte un po' di foto e frammenti video rubati dal sempre più invadente guardonismo giornalistico tra udienze al processo e prime ore sotto casa dopo la scarcerazione, quella del video consegnato ora a Facebook è la prima immagine della (diciamo così) nuova vita di Roberto Formigoni. Di qui la curiosità di riuscire ad andare oltre le semplici parole consegnate per la prima volta dall'uscita dal carcere di Bollate al gruppo appositamente creato da un manipolo di irriducibili; con il dichiarato intento di «chiedere la grazia al presidente Mattarella per Roberto Formigoni, condannato per un reato non commesso, senza prove e senza valutazioni di merito. Non si possono cancellare con una sentenza 18 anni di buon governo della regione più importante d'Italia con una sentenza piena di dubbi e sopratutto politica».
Di certo una loro opinione, una convinzione magari di parte suggestionata dalle vicende personali e che finisce evidentemente per cozzare piuttosto duramente contro una sentenza che recita ben altro, ma di certo la testimonianza che oltre alle questioni giudiziarie ci sono quelle umane. Altrettanto, se non forse ancora più importanti. Ed è indubbio che un politico di lungo corso come Formigoni che della cosa pubblica si è occupato così a lungo e che a giudicare dai risultati non può certo essere catalogato tra gli amministratori incapaci accidiosi, grandi emozioni è capace di suscitarne ancora. E così sono stati in molti ed è prevedibile che saranno moltissimi quelli che alla fine cliccheranno sulla sua nuova comparsa, questa volta solo virtuale viste le limitazioni che gli sono imposte dalle procedure stabilite dalla magistratura di sorveglianza.
Un video, quindi, aperto dai più non solo per ascoltare le poche parole pronunciate, ma probabilmente anche per cercare di ricavare dal linguaggio non verbale degli occhi o in qualche piega del volto ben inquadrato in primissimo piano il racconto di questi anni così duri per lui. Meritati, diranno i soliti torquemada pronti a far scudo alle proprie certezze con le carte di tribunale, senza comunque nemmeno lontanamente fugare i dubbi su quel così controverso esito giudiziario.
Poi, comunque, ci sono anche le notizie che Formigoni consegna ai sostenitori. Notizie che mai come in casi come questo hanno la concretezza delle piccole cose che in una situazione così acquisiscono ottimo e non più pessimo gusto. E anche grande significato: la famiglia, il santo Natale, un pizzico di libertà in più. Di qui i ringraziamenti a chi «ha fatto tante iniziative, dalla raccolta fondi a tante altre; so che andate avanti». Soprattutto «a far conoscere le mie vicende», cosa che all'ex governatore sembra stare particolarmente a cuore. Soprattutto oggi che nelle difficoltà, quei tantissimi che nel momento del massimo splendore si dicevano amici, sono ovviamente spariti.
Cose umane, piccole cose umane, mitigate forse dalla considerazione che «mah forse qualche segnale positivo piccolo si sta manifestando, per Natale mi mandano a casa: a Lecco dai miei fratelli e quindi vabbè, è un segnale che forse hanno deciso fa fare qualcosa di positivo». E allora «santo Natale a voi e alle vostre famiglie: vedete che questo è un video assolutamente artigianale, difatti la telecamera va di qua e di là. Ma questo dice che sono io, proprio io che dedico a voi tutto ciò».
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