«Ora basta ultimatum: Forza Italia è e resta all'opposizione di Renzi». Quella di ieri sembra la giornata dell'orgoglio azzurro dove tutto il partito unito risponde piccato all'ennesima richiesta di chiarimento da parte di Salvini e soci. Certo, l'intervista di Confalonieri, nella quale si evocava la risurrezione del Nazareno, non ha aiutato a fare chiarezza; e il leader del Carroccio ha subito infilzato i forzisti, rei di collusione con il nemico. La reazione degli azzurri, però, non s'è fatta sentire: «Adesso basta con la richiesta di patenti di antirenzismo. Siamo alternativi al Pd senza ambiguità» dicono tutti in coro.
E non è una questione di asse del Nord, del Centro o del Sud. Basti vedere uno dei primi comunicati fatti partire dal trio Carfagna-Prestigiacomo-Miccichè: «Salvini e Meloni stiano tranquilli, noi sappiamo da che parte stare e non stiamo certo con Renzi. Anzi, l'opposizione di Forza Italia non può che essere netta rispetto a un presidente del Consiglio lontano anni luce dalle istanze del Paese e del Meridione in particolare». E ancora: «Stiamo lavorando per mandare a casa Renzi, senza se e senza ma. Stiamo lavorando per vincere e tornare a governare, attraverso quel modello pensato e attuato da Silvio Berlusconi, quando tutte le forze progressiste e liberali italiane stavano insieme, tutti nella stessa metà campo».
Anche l'azzurro forse più interessato a che l'alleanza con la Lega non si sfaldi, il governatore ligure Giovanni Toti, si mostra indispettito dai toni di Salvini: «Abbiamo chiarito e strachiarito, sia per bocca mia, che per quella dei capigruppo di Camera e Senato e di tutti i principali esponenti di partito, la posizione di Fi: ovvero una posizione di piena opposizione e alternativa al governo della sinistra guidato da Renzi. Sta diventando un ritornello stucchevole l'esame di opposizione di cui costantemente si dibatte».
Questo in chiaro. Dietro le quinte, poi, si compulsano i sondaggi che dimostrano come il Carroccio dovrebbe abbassare la cresta. La Lega non solo non ha stravinto alle Amministrative; ma non ha neppure surclassato Forza Italia nel derby del centrodestra. E per di più perde consensi: in pochi mesi è passata dal 13,5% all'11,8%. Di fatto pari a Forza Italia. Perché quindi tutta questa supponenza? Il senatore veneto Marco Marin ribadisce: «Siamo all'opposizione di Renzi e per il no al referendum senza se e senza ma e non permettiamo a nessuno di darci patenti in questo senso. Lavoriamo all'unità del centrodestra con rispetto e fiducia reciproca nella legittima competizione interna. Sarebbe sbagliato, per avere un pugno di voti in più, consegnare il Paese a Renzi o a Casaleggio».
Altero Matteoli, invece, arriva ad avvertire Salvini: «Il leader della Lega non tiri troppo la corda...».
In effetti Forza Italia e Carroccio governano assieme molte amministrazioni locali, non solo la Lombardia e la Liguria e qualora i toni si alzassero a dismisura ci potrebbero essere ripercussioni anche in periferia. Il caso di dire: Salvini avvisato, mezzo salvato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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