Roma La campagna per il «No» può ufficialmente partire. Il pronunciamento della Cassazione era atteso attorno al 15 di agosto, ma l'accelerazione e l'annuncio ufficiale del via libera atteso per lunedì da parte dei giudici di piazza Cavour, non modifica strategia e organizzazione. I vari comitati regionali per il «No» sono ormai formati, ora bisogna spingere al massimo sull'acceleratore di una battaglia che rappresenta una occasione unica per bloccare una riforma considerata dannosa e pericolosa dal centrodestra, ricompattare la coalizione e fermare il renzismo.
Forza Italia, alla luce dell'avvenuto controllo delle firme da parte dell'Alta Corte, inviterà il governo a fare presto. Matteo Renzi ha 60 giorni per convocare il Consiglio dei ministri (lo potrebbe fare anche domani) che dovrà fissare una data per il referendum. Dalla convocazione del Cdm dovranno passare minimo 50 giorni, massimo 70 giorni. La previsione più diffusa, anche dentro il centrodestra, è quella che indica come data possibile la metà di novembre. Renato Brunetta, partito per Ravello, continua a produrre contenuti per smontare il Ddl Boschi e c'è anche chi come Lucio Malan pubblica sui social piccoli video di 30 secondi sulle balle della propaganda renziana. La volontà è quella di costruire una presenza capillare su tutto il territorio, compresi i Comuni più piccoli, attraverso incontri, gazebo, momenti di approfondimento.
Il tentativo, non facile, è quello di consentire agli elettori di entrare nel merito del quesito e della riforma e far capire davvero cosa significa la picconatura della Costituzione realizzata dal ddl Boschi. I parlamentari di Forza Italia, ma anche quelli degli altri partiti del centrodestra, saranno chiamati poi a contribuire a una operazione di vigilanza sull'informazione televisiva, giudicata ormai sbilanciatissima a favore di Matteo Renzi e del «Sì» al referendum. Tanto più dopo la scorpacciata di informazione favorevole al ddl Boschi di questi ultimi mesi.
Renato Brunetta, tra i più attivi sostenitori del «no», è convinto che la battaglia referendaria possa servire anche per gettare le basi per il rilancio della coalizione di centrodestra. «Non bisogna rifare l'alleanza con la Lega, l'alleanza con la Lega è già realtà, da ormai parecchi anni. Con gli amici della Lega e di Fratelli d'Italia, con Salvini e la Meloni, dobbiamo solo rafforzare il nostro legame con programmi e contenuti, e in questo senso un grandioso assist ci arriva dal referendum costituzionale del prossimo autunno». E se i sondaggi danno il «No» in vantaggio, buoni riscontri arrivano anche dai social network.
Un report del Comitato per il No certifica, infatti, che da un'analisi condotta sui social media (Twitter, Facebook, Instagram) l'hashtag #iovotono fa segnare una media di «popularity trend» pari al 47,3 (su una scala da 1 a 100) contro il 30,6 dell'hashtag #bastaunsi (promosso dagli account di governo). Una tendenza consolidata che dovrà ora coniugarsi a una capacità di iniziativa e di mobilitazione reale e non virtuale.
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