È ormai da giorni che dentro Forza Italia si respira una certa preoccupazione per i toni e le accelerazioni di Matteo Salvini. Soprattutto in privato - perché nessuno vuole accendere l'ennesimo fronte polemico - sono infatti in molti a dirsi perplessi dagli affondi del segretario della Lega che pare ormai deciso a spostare la barra del Carroccio verso la destra lepenista.
Della svolta è ben consapevole Silvio Berlusconi, convinto che finita la campagna elettorale Salvini tornerà a più miti consigli e che l'obiettivo principale debba restare quello di vincere in Veneto (con Luca Zaia e la Lega) e in Campania (con Stefano Caldoro e Ncd). Insomma, è il ragionamento dell'ex premier, «pazientiamo» e «portiamo a casa il risultato». Con il passare dei giorni, però, dentro Forza Italia le perplessità sono andate crescendo. Non solo tra i cosiddetti «filo-nazareni» (che volendo riaprire un canale con Matteo Renzi non vedono di buon grado i toni di Salvini) o tra i Ricostruttori di Raffaele Fitto (convinti che Forza Italia sia troppo schiacciata sul Carroccio), ma anche nel gruppo ristretto dei colonnelli azzurri.
Pur consapevoli che la partita veneta è decisiva, infatti, tra gli uomini più vicini a Berlusconi inizia ad affacciarsi il timore che Salvini possa «farsi prendere» e diventi in qualche modo «inaffidabile» in vista di un'alleanza strutturale alle prossime politiche. Considerazione, questa, su cui pesano due circostanze. La prima è che Salvini vuole trattare direttamente con Berlusconi estromettendo dal tavolo tutti i livelli intermedi, la seconda è che la conventio ad excludendum verso Ncd inizia ad avere dei costi. In primo luogo in Campania, dove per Caldoro i voti centristi potrebbero essere decisivi.
Ma più in generale in vista delle prossime politiche visto che l'intenzione è avviare un percorso di riavvicinamento tra Forza Italia e Ncd, tanto che in regione Lombardia si è perfino ipotizzato di unire i gruppi consiliari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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