Roma - Quasi ogni giorno la stessa storia: le loro macchine parcheggiate in divieto di sosta venivano puntualmente multate, mentre le auto private dei vigili urbani del vicino comando, ferme nella medesima zona off-limits, non ricevevano lo stesso trattamento. Loro, gli impiegati di un'agenzia assicurativa con gli uffici a due passi da quelli della polizia municipale di via del Forte Tiburtino, a Roma, per un po' ci hanno provato a protestare. Naturalmente senza ottenere alcun risultato. Poi sono passati al contrattacco, cominciando a scattare fotografie per poter documentare l'ingiustizia. Problema risolto? Niente affatto. Anzi, al danno si è aggiunta la beffa, perché un bel giorno una delle impiegate dell'agenzia Unipolsai di zona improvvisatasi fotografa è stata denunciata e processata per interruzione di pubblico servizio ed è stata costretta a nominare un avvocato.
La vicenda raccontata da ilmessaggero.it ha dell'assurdo. I colleghi dell'imputata hanno spiegato in aula al giudice monocratico che li interrogava quello che quasi quotidianamente erano costretti a subire una volta arrivati sul luogo di lavoro. Sui parabrezza delle loro auto in sosta vietata, perché a quanto pare in quella strada parcheggiare in modo regolare era davvero un'impresa, fioccavano le contravvenzioni. Nulla da dire, se però la legge fosse stata uguale per tutti. Ma a sentir loro così non era, perché le macchine private degli agenti della municipale, lasciate ugualmente in divieto di sosta lungo la stessa via, non venivano toccate. E quando una volta avevano provato a chiamare il comando centrale dei vigili per chiedere l'intervento di un carro attrezzi, questo non era mai arrivato.
Una discussione dopo l'altra, finché le forze dell'ordine alle quali gli impiegati si erano rivolti per cercare di mettere fine a quella disparità di trattamento, gli avevano suggerito di fare delle fotografie da allegare alla denuncia, altrimenti sarebbe stata la loro parola contro quella dei vigili e nessuno gli avrebbe mai creduto.
Detto, fatto. I dipendenti della compagnia di assicurazione hanno cominciato così a fotografare le vetture dei vigili parcheggiate male ma indenni da multe, accanto alle loro puntualmente castigate. Finché un giorno, il primo ottobre del 2012, una loro collega è finita nei guai con una sfilza di accuse: interruzione di pubblico servizio, resistenza, oltraggio a pubblico ufficiale e ingiurie. Questo perché quella mattina aveva scattato delle fotografie ad alcune auto dei vigili ferme in divieto mentre da una di queste un agente della polizia municipale stava scaricando della merce sequestrata agli ambulanti abusivi. Da qui l'accusa di interruzione di pubblico servizio per aver intralciato le operazioni di scarico della merce.
L'episodio non era piaciuto ai pizzardoni,
tanto che ne era sorta un'accesa discussione, finita con la donna portata negli uffici del Corpo per l'identificazione, alterata a tal punto dall'accaduto da avere un malore per il quale venne anche chiamata l'ambulanza.
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