Francia, Fillon è indagato per stipendi a moglie e figli

I giudici: è appropriazione indebita di fondi pubblici Lui va avanti da «combattente» e «ribelle del sistema»

Francesco De Remigis

Sei settimane alle presidenziali e la Francia piomba in una situazione inedita: tre capi d'accusa per il candidato del centrodestra François Fillon, da ieri formalmente indagato per appropriazione indebita di fondi pubblici. Forte di quella che definisce una legittimazione popolare 4,5 milioni di voti alle primarie di novembre fa sapere che andrà fino in fondo nella corsa all'Eliseo. Christiane Jacob, nuovo coordinatore della sua campagna dopo le defezioni, volta pagina: basta parlare di tribunali, si torna al programma. Trascurato al punto che i sondaggisti faticano a scrivere domande che lo riguardano su lavoro, fisco, sicurezza e terrorismo.

Da ieri è però ufficiale la presenza di gravi e concordanti indizi che collegano Fillon al Penelope-gate. Il 25 gennaio il primo articolo del Canard enchaîné rivela i contratti da assistente parlamentare per la moglie: 831mila euro in 8 anni, tra 1988 e 2013, per un incarico presumibilmente fittizio. Cinque giorni più tardi i coniugi vengono ascoltati dalla polizia. Seguono perquisizioni all'Assemblea nazionale e il 24 febbraio la procura che si occupa di reati finanziari apre un'inchiesta, evoluta nell'accusa di abuso di beni sociali, complicità e occultamento di questi reati e violazione dell'obbligo di comunicazione all'Alta autorità per la trasparenza.

Fillon rischia un milione di multa e 10 anni di prigione per il primo capo, cinque anni e 300mila euro d'ammenda per il resto. Ma il tema è soprattutto politico: «Chiede sacrifici ai francesi e paga decine di mila euro per assumere la sua famiglia?», ricorda Marine Le Pen, accusandolo di «totale incoerenza».

Cosa cambia? Oggi Fillon può chiedere indagini supplementari tramite gli avvocati, che hanno la possibilità di accedere alle carte. Va avanti «da combattente» e «ribelle del sistema». Ma la ragnatela di accuse non riguarda solo lui. È possibile che moglie e prole siano incriminati. Il quotidiano Le Parisien rivela infatti che fra 2005 e 2007 i due figli dell'allora senatore Fillon da assistenti avrebbero girato al padre parte dei salari. La figlia Marie sul conto dei genitori circa 33mila euro dei 46mila netti percepiti fra l'ottobre 2005 e il dicembre 2006. Il figlio minore, Charles, che vantava 4.846 euro lordi al mese, avrebbe fatto bonifici rimborsando al padre parte delle spese per l'alloggio.

Se fosse eletto, le accuse sarebbero sospese. Se ne riparlerebbe a fine Quinquennato. Il presidente ha infatti l'immunità totale eccetto in casi estremamente gravi. L'affaire Penelope, stando alla Costituzione, non lo è. Anche Jacques Chirac fu convocato dalla procura quando correva per l'Eliseo. Non ci andò e fu eletto. Ma è la prima volta che un candidato all'Eliseo viene incriminato faccia a faccia. Tre giudici ieri ad ascoltare Fillon, che ha scelto di rispondere in piena campagna elettorale e ne ha tratto finora solo una formale incriminazione. I sondaggi non migliorano. Resta al 20%. Perde invece il leader di En Marche!, Emmanuel Macron. Sospettato di favoritismo quand'era ministro delle Finanze nel 2016, un'inchiesta preliminare è stata aperta su di lui per aver affidato senza appalto alla società Havas (di Vincent Bollorè) l'organizzazione di un evento istituzionale a Las Vegas. Ora è al 24%.

Batterebbe comunque al ballottaggio Marine Le Pen: sotto inchiesta anche lei, ha rifiutato l'invito in tribunale. «Andrò dai giudici, ma non ora», dice a France 24. Non ora che sogna l'Eliseo. In testa col 27% al primo turno.

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