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La Francia protesta per la benzina e tace sull'islam

La Francia  protesta per la benzina e tace sull'islam

L a rivolta dei gilet gialli piace perché conferma lo stereotipo per cui i fieri e civili gallici sarebbero migliori di noi. Loro capaci di alzare la testa per far rispettare i loro diritti, mentre noi, lassisti, mandolinari e pizzaioli, accetteremmo ogni sorta di sopruso. Stavolta a riattivare l'immaginario rivoluzionario francese non ci sono valori irrinunciabili come libertà, uguaglianza e fraternità ma il più pratico e meno intellettuale caro benzina. Mentre il popolo sbraitava per l'aumento delle tasse, a Strasburgo il marocchino Chérif Chekatt ammazzava poveri innocenti con il solito refrain: Allahu Akbar. La reazione francese è consistita nel solito, imbarazzato immobilismo, mentre per le vittime né fratellanza né rivoluzione. Per i morti sono scesi in piazza con candele postume e inutili, manifestazioni in cui era più importante ribadire l'estraneità dell'Islam, del Corano e del Profeta della violenza e dell'intolleranza che sta pervadendo l'Europa. Non tollerano la minima critica a una religione che lascia spazio a una radicalizzazione che ha esiti mortali tacciandola di razzismo e islamofobia, mentre la loro ipocrisia che permette all'arabo, anche di nazionalità francese, di perseguitare quotidianamente gli ebrei è ritenuta necessaria e legittima. Libertà, uguaglianza e fraternità non sono garantite agli ebrei francesi, presi di mira anche dalla fazione ultrasinistra di questi eroici gilet gialli. La comunità ebraica ha diffuso numerosi video antisemiti, graffiti e minacce reali che stanno costringendo gli ebrei a nascondersi e a non frequentare le sinagoghe ormai ritenute luoghi ad alto rischio. L'ebreo è di nuovo capro espiatorio, accusato di controllare il presidente Macron come fosse un burattino nelle sue mani, per ottenere meno tasse soltanto per lui, ovviamente ricco e avido. In un video diffuso sul web un attivista in divisa gialla invita i manifestanti ad andare di fronte alle sinagoghe in cui nei giorni scorsi si celebrava una festività religiosa, per rovinare la Hannukah a questi traditori, che festeggiano mentre i francesi non hanno nulla da mangiare.

Sulla Route A6, l'arteria principale tra Parigi e Marsiglia campeggiava uno striscione: «Macron è una puttana degli ebrei».

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