La Francia sotto assedio e guerriglia a Parigi: il giovedì nero di Macron

Il Paese paralizzato da uno dei più grandi scioperi di sempre. Black bloc scatenati

La Francia sotto assedio e guerriglia a Parigi: il giovedì nero di Macron

Il fiume di francesi, un milione e mezzo, che si è riversato in 250 città dell'Esagono si prende la scena contro l'annunciata (e non ben delineata) riforma del sistema pensionistico transalpino. Tensioni e black bloc ieri a Parigi, con lanci di lacrimogeni e cariche della polizia. Emmanuel Macron resta «calmo e determinato» nonostante un bilancio che conta almeno 87 fermi nella sola capitale. Sul piatto, il presidente sbandiera la cancellazione dei cosiddetti «regimi speciali», un film costato ai contribuenti francesi circa 8 miliardi di euro su cui l'Eliseo vuol scrivere i titoli di coda. Macron, sin dalla sua elezione, li considera privilegi legati a una ventina di categorie professionali proiettate verso la pensione a condizioni vantaggiose, come i macchinisti dell'azienda di trasporti Sncf che possono slegarsi dal lavoro a 50 anni e otto mesi, o gli addetti alla manutenzione, 55 anni e otto mesi. Ma il tema è più complesso. É un attacco al sistema retributivo dove convivono 42 regimi speciali, età pensionabile a 62 anni e trattamenti generosi soprattutto nel settore pubblico.

«Siamo nell'ultimo miglio» fa sapere l'esecutivo. I negoziati proseguono. Eppure uscire dalla nebbia accumulata nei 24 mesi di trattative, e mettere «un progetto sul tavolo prima della fine della prossima settimana», come filtra dall'Eliseo, non è scontato vista la violenza delle manifestazioni di ieri a cui hanno preso parte circa il 90% dei dipendenti della pubblica amministrazione, vigili del fuoco, medici, insegnanti, personale aeroportuale, badanti, avvocati.

L'Alto Commissario per la riforma, Jean-Paul Delevoye, dovrà presentare una sintesi delle consultazioni con le parti sociali lunedì 9 o martedì 10 dicembre. Intanto la trasversalità dello «sciopero» promosso dai sindacati principali ha messo in ginocchio trasporti e istruzione e costretto la prefettura di Parigi a un dispositivo di sicurezza degno delle più dure contestazioni dei gilet gialli: chiusa la Tour Eiffel, banche presidiate, come ministeri e luoghi sensibili. Oltre 6 mila agenti tra gendarmi e poliziotti non sono stati sufficienti a fermare 500 black bloc sganciati dal corteo della capitale: così le 250 mila persone dichiarate dalle sigle sindacali sono state oscurate dai casseur a Place de la République, barricati tra cassonetti incendiati, auto e moto dati alle fiamme.

Stazioni deserte. Niente treni e blocco delle metro fino a lunedì compreso. Centinaia i voli cancellati da Air France e Easyjet. É in questo clima che Macron si gioca la sua capacità di riformare il Paese, di farlo correre lungo la traiettoria disegnata in campagna elettorale, quando dichiarò guerra ai 42 regimi pensionistici per trasformarli in un sistema «a punti identico per tutti», sia nel pubblico sia nel privato. L'assegno sarà cioè determinato da un calcolo che prevede, a fine carriera, di sommare i punti raccolti dal versamento annuale dei contributi, mentre i regimi vigenti concedono a molti lavoratori di valutare la pensione sulla base degli anni di contribuzione in cui hanno versato più soldi.

Macron ha promesso che per ogni euro versato ci sarà lo stesso livello di pensione per tutti, ma i sindacati sono scettici, specialmente a fronte dei calcoli da fare per i lavori usuranti. L'obiettivo dell'esecutivo è di «rassicurare» la cittadinanza. Ma ha più che altro riabilitato antiche bandiere sinistre come Martine Aubry. La signora delle 35 ore (lontana dal dibattito nazionale nell'era Macron) ieri è scesa in piazza accanto ai sindacati a Lille, dove punta al quarto mandato da sindaca.

E nonostante la maggior parte dei francesi sia d'accordo sulla necessità di riformare il sistema pensionistico, respinge il modello Macron, d'ispirazione svedese. In serata irrompono i black bloc anche a Nantes e schiarite non se ne vedono.

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