Politica

Frattini impermeabile E Lotito restò muto

I due personaggi più strani notati alla presentazione del libro di Michaela Biancofiore, qualche giorno fa a Roma, sono stati - almeno a sentire le signore presenti in sala - l'ex ministro degli Esteri, Franco Frattini, munito di impermeabile a prova di bomba nucleare, e un guardingo Claudio Lolito che girava pensando e ripensando: «Mi si nota di più se parlo o se sto zitto»?

Che droga dev'essere la politica se Massimo D'Alema, 65 anni e un ricco medagliere istituzionale, invece di dedicarsi interamente al vino brama e trama per sedersi sull'inutile poltrona di ministro degli Esteri della Ue. E magari dovesse farcela, commentare sussiegoso di aver accettato per puro spirito di servizio, per il bene dell'Italia, dell'Europa e del mondo.

Battutacce in questi giorni si sono udite nei corridoi del Senato da politici (cacciatori), nonostante la buona volontà di alcuni senatori di eliminare l'uso ignobile dei richiami vivi. Molte signore coinvolte nel dibattito sono state vittime, seppur scherzosamente, allusioni il cui buon gusto era sotto zero. Il tema? Usiamo il sinonimo: i volatili.

Quanta varietà di abbigliamento in questi ultimi giorni alla Camera. Tra gli abiti più ammirati in un luglio poco stabile, anche meteorologicamente, ai primi posti c'è una tuta blu accesa indossata da Annagrazia Calabria (FI) resa ancora più bella dal matrimonio; dal canto suo Roberta Lombardi (M5S) è finita in fondo alla hit con un gonnellone hippy-style.

In aula, alcune mattine fa c'è stato un battibecco tra due grillini sconosciuti che si insultavano e se le davano di santa ragione. Lui rimproverava lei di non essere abbastanza presente in commissione. Lei urlava come in preda ad una crisi isterica. Incurante della lite passava Carla Ruocco (M5S) con indosso un vestitino da mare in stile tovaglia della nonna.

A Napoli Luigi De Magistris ( nella foto ) ha imparato le regole democristiane. Per blindare la sua poltrona (appesa a un solo voto in Consiglio) e sancire il fidanzamento con il Pd, il sindaco con la bandana potrebbe scegliere come suo vice alla guida della «Città metropolitana» il primo cittadino di Castellammare di Stabia, Nicola Cuomo, nipote diretto dell'ex ministro Antonio Gava e cognato del magistrato Nicola Russo, che a Napoli deve giudicare Silvio Berlusconi per la presunta compravendita dei senatori. Una mossa che salverebbe lo stesso Cuomo, alle prese con una città allo sfascio e una giunta a picco nei sondaggi.

Giovanni Errani, fratello dell'ormai ex governatore Pd dell'Emilia-Romagna Vasco, è stato condannato in primo grado a due anni e sei mesi per truffa nell'ambito dell'inchiesta «Terremerse» (per la stessa inchiesta condannato a un anno e sei mesi il progettista Giampaolo Lucchi, assolto invece l'altro tecnico Alessandro Zanotti). A Giovanni Errani si contesta lo svincolo della fideiussione chiesta alla Regione a favore dell'ormai celebre cantina vinicola di Imola, oggetto del finanziamento regionale da un milione di euro per il quale anche Vasco è finito nei guai. Il legale di Giovanni Errani ha già annunciato che ricorrerà in appello contro la sentenza. La Pm Antonella Scandellari aveva chiesto per lui due anni e sei mesi. La Regione, che si è costituita parte civile, si era associata alle richieste dell'accusa chiedendo una provvisionale di 1,2 milioni. Secondo la procura, la coop Terremerse ottenne indebitamente il finanziamento per costruire la cantina, truccando le carte e facendo risultare i lavori finiti entro il termine fissato (30 maggio 2006) anche se in realtà la struttura era ben lontana dall'essere completata.

Si è esposto in prima persona, come da sempre è abituato a fare. Questa volta niente sciopero della fame e nessuna protesta clamorosa. No, non è proprio il momento adatto. Marco Pannella ha pubblicato un'immagine sul suo profilo Facebook che lo ritrae intento a mangiare un piatto di spaghetti ( nella foto ) e ha commentato: «In via della Panetteria con un bel piatto di spaghetti dopo la prima seduta di radioterapia». La foto e la notizia sono rimbalzate rapidamente sui social networ k con centinaia di commenti e messaggi di sostegno e di incoraggiamento per lo storico leader radicale. Un'altra battaglia per il vecchio leone. Questa volta con l'appoggio di tutti, senza se e senza ma. MBas

Ancora non è dato sapere se abbia rivolto improperi al fato o a chi altri ma di sicuro Vittorio Sgarbi se l'è vista brutta. L'auto su cui viaggiava la sera scorsa è infatti andata a fuoco ( nella foto ) a causa di un corto circuito mentre il critico si trovava tra Grottaglie (Taranto) e Villa Castelli (Brindisi) per raggiungere Ceglie Messapica dove doveva presentare il suo ultimo libro «Il punto di vista del cavallo. Caravaggio». Tanta paura per lui, l'autista e i due collaboratori che erano a bordo ma per fortuna nessuna conseguenza fisica. E così, anche se con quasi 3 ore di ritardo rispetto a quanto preventivato, Sgarbi è arrivato a destinazione e ha potuto presentare regolarmente il suo libro.

Sarà l'addio alla toga. Sarà anche la sparizione dalla scena politica, visto il flop della sua Azione Civile. Fatto sta però che Antonio Ingroia ( nella foto ), ex procuratore aggiunto di Palermo, si scopre garantista. E non solo scrive sul Garantista , ma prende anche posizioni che da lui non ti aspetti. Come quella esposta nell'editoriale di ieri, dedicata al 41 bis, in cui sostiene che non ha senso applicare il regime di carcere duro a Bernardo Provenzano, malato e ormai ridotto in condizioni tali che non comunica più, e che il boss va scarcerato. Non solo. Ingroia ricorda pure che il Provenzano da lui interrogato a maggio 2012 è ben lontano da quello sanguinario delle carte giudiziarie. Tema spinoso, visto che quell'interrogatorio è costato a Ingroia una denuncia per violazione del segreto.

di Romana Liuzzo

Commenti