La frenata di Salvini sul conflitto di interessi

I grillini insistono con la legge anti Cavaliere. L'alleato: non è urgente, ci sono altre priorità

La frenata di Salvini sul conflitto di interessi

Più che una legge sul conflitto d'interessi, quella preparata dal Movimento 5 Stelle, è una norma salva Casaleggio. Magistrati, giornalisti, editori, imprenditori: tutti fuori dalla politica. Tranne il figlio del fondatore del Movimento, che continuerà a gestire gli interessi della sua azienda e quelli del movimento grillino.

Nelle tre bozze di legge, targate M5s c'è il divieto di ricoprire incarichi politici per una grossa fetta d'italiani. Eppure, la legge non regola i presunti conflitti d'interesse di Casaleggio jr. Nessun rigo sul rapporto, alquanto strano, tra un'associazione privata, Rousseau, presieduta da Casaleggio jr, e gli eletti del M5s. E nelle bozze dei Cinque stelle non c'è alcun cenno nemmeno ad altri due aspetti, che tirano in ballo Casaleggio: la blockchain, la nuova tecnologia utilizzata dagli inventori delle criptovalute, dove la Casaleggio Associati ha molti interessi, finanziata dal ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio con 45 milioni di euro; e le infrastrutture per la nuova frontiera della democrazia diretta.

Lo stop riguarderà, invece, gli italiani con un patrimonio mobiliare o immobiliare superiore ai 10 milioni di euro, anche per interposta persona ma fatta eccezione per i titoli di Stato. La bozza in questione fa anche riferimento alle partecipazioni superiori al 2% in imprese titolari di diritti esclusivi, monopoli, radio e tv, editoria, internet o imprese di interesse nazionale. E c'è infine il divieto per direttori e vice di quotidiani, e magistrati, che hanno svolto l'attività fino a sei mesi prima della competizione elettorale. Al netto dell'aspetto tecnico e del palese conflitto di uno dei capi del Movimento (Davide Casaleggio), la legge sul conflitto d'interesse è il nuovo terreno di scontro tra Lega e Cinque stelle. Se il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si tiene fuori dalla disputa, i due vicepremier continuano a darsele di santa ragione. Il capo dei Cinque stelle Luigi di Maio è perentorio: «La legge sul conflitto d'interessi è nel contratto, si deve fare». Più timido il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che intervenendo a Mezz'ora, ospite di Lucia Annunziata su Raitre, prova a spostare il confronto su tasse, sicurezza e autonomia: «In Cdm la settimana prossima interverrò sul decreto sicurezza bus, sull'autonomia e sulla diminuzione delle tasse, ma anche sulla necessità di sbloccare i cantieri, tema che vede i Cinque stelle timidi. Non si può continuare a dire no anche alla Tav. Poi, se vogliamo parlare di conflitto di interessi, parliamone...». «Non si può andare avanti a dire solo no: noi abbiamo bisogno di viaggiare, crescere, lavorare, esportare. Parliamo anche di conflitto d'interessi, andiamo avanti, ma se lei mi chiede se è una priorità, le dico di no». Quanto alla bozza, il vicepremier ha spiegato: «La stiamo leggendo, se avremo idee le suggeriremo. Per questo - ha ripetuto il leader della Lega - mi piacerebbe che su autonomia, sicurezza e flat tax i Cinque stelle fossero rispettosi». Mentre il Pd punta a un profilo basso sul tema, Forza Italia picchia sulla maggioranza gialloverde.

«Mentre hanno mandato l'economia a rotoli e fatto precipitare il Paese in un baratro - commenta Maurizio Gasparri, senatore azzurro - i rappresentati del Governo propongono di aprire una discussione sul conflitto di interessi. Come se fosse questa la priorità per l'Italia. Ma ben venga questa discussione. Siamo pronti ad affrontarla. Abbiamo già interessato una serie di procure a riguardo di alcune attività della Casaleggio Associati».

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