Un frigorifero incendia Roma

Rogo a Fiumicino per un cortocircuito: voli bloccati per ore e città nel caos

Sembra la canzone di Elio e le Storie Tese: «Ci ho il gomito collegato al piede». Roma invece ha il cervello e gli arti collegati al frigorifero. La spina di un freezer all'aeroporto va in tilt e la città chiude per disastro. Benvenuti alla porta d'ingresso di Roma capitale. Si dirà che è stato un incidente, un imprevisto e dovremo digerire questa versione, almeno finché non saranno chiariti alcuni dubbi che già circolano sulle misure di sicurezza. Ma non eravamo, noi italici, quelli disorganizzati (...)

(...) e tiratardi ma bravi a cavarcela di fronte agli imprevisti? La verità è che ieri la capitale, in piena Expo e col pensiero già rivolto al Giubileo, ha dato un'ennesima, pessima prova di sé. Al netto del solito regolamento di conti all'interno del Pd romano (i compagni di Ignazio Marino non perdono occasione per criticare l'andazzo della città) il sindaco farà meglio a non trincerarsi dietro all'imponderabile e a cercare risposte vere allo stato in cui versa l'aeroporto internazionale che collega la capitale al mondo. Sbarchi a Roma e comincia la Grande Incertezza: l'aereo attraccherà all'ambito «finger» o bisognerà passeggiare sulla pista come in una scena di Casablanca , solo che invece di Humphrey Bogart c'è un torpedone che ti scarrozza fino all'ingresso? I bagagli arriveranno o è meglio andare direttamente all'ufficio oggetti smarriti? Oggi quale sindacatello bloccherà il treno, i taxi, i caselli o le biglietterie? Qualcuno ricorderà la figuraccia, un paio d'anni fa, del bagaglio abbandonato sulla pista. Per non parlare delle valigie che intraprendenti lavoratori delle ditte di handling si curavano di alleggerire dei beni più preziosi. E poi le polemiche sui prezzi dei taxi, il passaggio tra le forche caudine di loschi autisti abusivi pronti a far pagare 70 euro al chilometro agli ignari giapponesi di turno, quei pochi che non abbiano letto le cronache delle «sòle» rifilate ai loro connazionali nella città dell'Eterna fregatura. Non sono ricordi del passato: anche senza incendi alla Nerone arrivare a Roma è ancora un'impresa umiliante. Per i turisti che la devono affrontare e per i romani che di certo non fanno una bella figura. E allora almeno stavolta, speriamo che il sindaco e le autorità di controllo dell'aeroporto riescano a dare una spiegazione. A chiarire com'è possibile che basti un banale cortocircuito a far scoppiare un rogo così. A verificare come mai si sia propagato tanto rapidamente. Come mai i sistemi anti incendio non siano riusciti a contenere le fiamme e l'aeroporto sia andato tutto in tilt anche se a essere interessata è stata soprattutto l'area commerciale. Meglio farlo ora, prima del Giubileo e con un incendio scoppiato di notte, quando non c'era folla, piuttosto che aspettare che accada di peggio.

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