Fuga dal Movimento, altri due lasciano. Ora la maggioranza è appesa a un filo

Altri tre senatori in bilico, direzione Lega, il gruppo perde pezzi anche a Montecitorio. Nelle Marche i grillini correranno da soli

Fuga dal Movimento, altri due lasciano. Ora la maggioranza è appesa a un filo

Gli occhi dei grillini sono puntati sul Senato. Ieri a Palazzo Madama, in Aula, il senatore Luigi Di Marzio ha annunciato il suo passaggio al Gruppo Misto: «Di fronte a un'epurazione di fatto - ha detto - di cui non posso che prenderne atto e ancorché con il rammarico di separarmi da colleghi integerrimi, per fugare qualsiasi dubbio in merito, formalizzo la mia decisione di aderire al Gruppo Misto». Il linguaggio è abbastanza oscuro, ma il concetto è comprensibile, nonostante le acrobazie lessicali del medico molisano che ha deciso di lasciare il M5s. Uno dei tanti scontenti tra gli eletti nei collegi uninominali, Di Marzio, in realtà, si è diretto da solo verso l'uscio, avendo firmato la richiesta di referendum confermativo sul taglio dei parlamentari, cavallo di battaglia assoluto dei pentastellati. Per questo motivo, ha spiegato, sarebbe stato definito «eretico ovvero, meno eufemisticamente, traditore».

Di Marzio è solo la punta dell'iceberg dell'ennesima giornata nevrotica nel gruppo parlamentare del Senato. «Usciranno a breve altri due», sospettano i colleghi. «Ne verranno da noi tre», ribattono i leghisti. Due o tre che siano, i nomi che circolano con più insistenza sono quelli di Marinella Pacifico, Fabio Di Micco e Cristiano Anastasi, almeno uno è già con la valigia in mano. E a preoccupare è la possibile destinazione, la Lega di Matteo Salvini. Perché il governo Conte - bis a Palazzo Madama può contare solo su cinque voti di maggioranza, più i quattro senatori a vita. Nella stessa Aula, però, potrebbero diventare decisive le ipotetiche espulsioni dei morosi delle restituzioni. Sono a rischio i senatori che non rendicontano da dicembre 2018, ovvero Mario Michele Giarrusso, Vittoria Bogo Deledda, Cristiano Anastasi e Alfonso Ciampolillo. I primi due potrebbero essere graziati. Giarrusso si è giustificato dicendo di aver accantonato i soldi per le spese legali, Bogo Deledda è da tempo assente per motivi di salute. Restano Anastasi, dato in fuga verso Salvini, e Ciampolillo la cui espulsione viene considerata quasi certa. Chi parla senza lo scudo dell'anonimato è molto duro con i ribelli: «La maggioranza che lavora in silenzio senza manie di protagonismo - dice al Giornale il senatore Gianluca Ferrara - non gradisce chi, in questi giorni, per avere pochi attimi di notorietà, ne sta approfittando per farsi strumentalizzare». Chi fa polemiche «danneggia il M5s e favorisce Salvini», conclude. Alla Camera, invece, lo spauracchio è Lorenzo Fioramonti. A Montecitorio si parla di uno o due addii imminenti.

«Altri aspetteranno le Regionali per andare via», dice un deputato.

Intanto il M5s ha deciso di correre da solo anche nelle Marche, al voto tra maggio e giugno: «Non ci sono le condizioni politiche per pensare a un patto civico che comprenda anche i partiti», si legge in una nota.

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