La Gabanelli sbatte la porta: a Rainews solo se comando io

La giornalista chiede l'aspettativa: non metto la faccia su un prodotto che non firmo. Il Cda: scelta incomprensibile

La Gabanelli sbatte la porta: a Rainews solo se comando io

Milena Gabanelli spiazza la Rai e si autosospende. Chiederà due mesi di aspettativa non retribuita fino a quando il Cda non si deciderà a varare un piano news decente, dice lei. Probabilmente l'avrà vinta. Che già il sorpreso Cda in un comunicato parla di «scelta incomprensibile e di impossibili desiderata» e le colleghe Berlinguer e Sciarelli lanciano messaggi del tipo: senza di lei non è più Rai. Vedremo. Nell'attesa, l'offerta della condirezione di Rai News con Di Bella e la gestione del sito web è declinata fino a nuovo ordine. Dicono che il dg Orfeo sia amareggiato dopo tre mesi di trattative a un compenso che migliore non si poteva. Lei dice no: «Non me la sento di mettere la faccia su un prodotto che non firmo non essendo direttore responsabile - spiega l'ideatrice di Report in una intervista rilasciata a la Repubblica -. Ho solo chiesto l'aspettativa fino a quando il cda avrà deciso quegli accorpamenti che sarebbero preludio al varo di una nuova testata. Se a quel punto intenderà affidarmi la direzione mi troverà disponibile».

Idee poche ma confuse. Si era partiti in pompa con l'annuncio della nuova testata (ma non si era detto che erano troppe?) Rai24, una corazzata con innesti da Televideo, web, TG2 e Tg3 che sarebbe nata entro sei mesi. Poi la fronda interna e lo stallo con la Gabanelli. Infine, mercoledì, la rottura col dg Mario Orfeo, messo davanti all'ultimatum: autosospensione o ritorno al progetto originario per il quale era stata chiamata a Viale Mazzini lo scorso febbraio. Un progetto nato ambizioso: «Sembrerà strano spiega la giornalista ma la Rai, al contrario di tutte le tv del mondo, ha molti tg, ma non ha un portale di news online che possa valorizzare sul web il lavoro dei suoi 1600 giornalisti. La concessione dice che deve colmare il gap digitale, poiché una grande fetta di popolazione non si informa più attraverso i canali tradizionali. Un fatto gravissimo secondo me».

Un progetto quello affidato alla Gabanelli che, rispetto a quello che doveva essere il nuovo portale Rai24.it, appare a suo dire di ripiego: «Il mio incarico era di preparare le condizioni per poter mettere i 1.600 giornalisti Rai in condizione di anticipare le notizie sull'online aggiunge Invece è arrivata la proposta di condirezione con una squadra di una ventina di persone non scelte da me per cercare di rilanciare Rainews.it, un brand fallimentare su cui nessuno, finora, ha osato tentare l'improbabile rilancio. «La soluzione individuata dal Cda è quella di trasferirmi in attesa di tempi migliori dentro al sito di Rainews.it, che oggi fa 100.000 contatti e si piazza trentacinquesimo tra le testate online spiega ancora . Senza una definizione dei tempi, con risorse inadeguate a coprire le 24 ore, e senza possibilità di decollare perché è sbagliato il presupposto: i colleghi non anticipano le notizie dentro al sito di una testata vissuta come concorrente. Una visione non all'altezza di un buon servizio pubblico ed economicamente suicida. Per dare un'idea: Repubblica incassa dalla combinazione sito e social circa 27 milioni l'anno. Quali numeri potrebbe raggiungere un'azienda come la Rai che ha il più grande archivio di immagini in Italia?». Archivio che costa fatica usare, se è vero che da tempo è spesso bypassato dalla scorciatoia Youtube che rende lo sfocato repertorio meno nobile ma più facile da reperire. Ma torniamo a Gabanelli. Lo sponsor Freccero auspica ripensamenti. L'altro consigliere Arturo Diaconale, no: «La vicenda Gabanelli va avanti da gennaio - sbotta -.

Insiste che il suo è un caso a parte e ci chiede di scorporare la faccenda del web, non esiste». Infine il mondo politico. I grillini denunciano il veto politico. Anzaldi (Pd) chiede chiarezza «Ma perché non dice la verità?».

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