Gazebarie, trionfa Bertolaso

Quasi 50mila persone al voto nei gazebo: a metà spoglio l'ex capo della Protezione civile raccoglie il 96,7% dei sì

Gazebarie, trionfa Bertolaso

Si preannuncia come un trionfo per Guido Bertolaso che dopo i malumori della Lega si è messo alla prova con le "gazebarie", lo strumento con cui Silvio Berlusconi ha chiesto ai romani di confermare o meno la sua candidatura.

Un successo di affluenza, innanzitutto, dal momento che hanno votato quasi 50mila romani (le stime parlano di 45-48mila persone), praticamente tanti quanti si erano presentati ai seggi per le primarie Pd. E poi un successo di voto, dal momento che a metà spoglio i "sì" sono il 96,7% contro appena il 3,3% di no.

"Siamo contenti, ci scusiamo per i disguidi ma la macchina organizzativa nel complesso credo abbia funzionato in modo egregio", ha detto Bertolaso commentando i risultati. Poi ha replicato a Matteo Salvini e ai suoi attacchi. "Dobbiamo ringraziarlo che con il suo agire che va contro l'interesse della Capitale ha stimolato invece una reazione positiva di molti romani", ha detto in conferenza stampa. "Possiamo anche andare avanti senza Matteo Salvini", ha quindi aggiunto in un'intervista a RaiNews24.

Bertolaso ha anche rifiutato l'ipotesi di un ticket con Giorgia Meloni: "È improponibile", spiega, "Il city manager (ruolo che andrebbe a ricoprire nell'ipotesi ticket con vittoria della leader Fdi-An alle elezioni, ndr) non fa il lavoro che fa il sindaco. Il city manager è il direttore generale del Comune, che è un esecutivo di quelle che sono le indicazioni politiche e operative che gli dà il sindaco e la giunta. Quindi siamo su due piani completamente diversi.Io ci metto la faccia, non faccio operazioni per conto di altri".

E a chi solleva il sospetto che qualcuno possa aver votato in più gazebo, l'ex capo della Protezione civile replica: "Il documento d'identità è stato preso. In molti casi è stato registrato in altri no. Non avevamo imposto una regola ferrea. Erano consultazioni e in molti casi, controllando la carta di identità, chi non era residente a Roma non ha votato. Non abbiamo nulla da nascondere e nulla da temere. Data la complessità della vicenda e dei tempi stretti era praticamente impossibile mettere in piedi un sistema di controllo. Correggetemi se sbaglio: anche in occasione delle primarie del Pd non è che c'è stato un meccanismo di controllo impossibile da penetrare. L'unica cosa che avremmo dovuto immaginare era prendere l'impronta del pollice per controllare se aveva già votato o meno. Ma qui grazie a Dio non siamo né in Corea del Nord né in Senegal. Immaginiamo che ci siano stati mille voti, 1.

500, 2 mila che sono stati più volte ripetuti? Benissimo, siamo sempre su numeri che superano abbondantemente e per difetto 40 mila e passa. Questi sono numeri reali e al di sopra delle cifre che ognuno di noi all'inizio immaginava potessero accadere".

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