Pietra Ligure (Savona) - Il mugugno dell'esasperazione. La voglia di ridare alla Liguria la luce della serenità e della competitività. L'orgoglio dell'appartenenza ad una regione che non merita l'arroganza e la gestione del potere intesa come spartizione di favori agli amici degli amici, poco importa se incapaci o no. È un violento temporale quello che accompagna il tour nel Savonese di Giovanni Toti, il candidato del centrodestra al governo della Liguria, in corsa per la tornata elettorale del 31 Maggio.
Ma il vero temporale del cambiamento, non solo e non tanto atmosferico, è proprio lui, Toti. Che in questo suo tour, accompagnato da un folto gruppo di giovani, viene chiamato a gran voce e invitato ad entrare nei negozi, nelle aziende, negli stabilimenti balneari di Finale, di Loano, di Pietra Ligure. Lui che stringe mani e incrocia selfie su selfie con i tanti ponentini stanchi dei soprusi di quel Pd arroccato nelle stanze del potere a Genova «che nemmeno si ricorda di noi che dobbiamo sempre aspettare concessioni con il cappello in mano», sbotta il titolare di una ben nota pasticceria. Ascolta, prende nota e spiega i suoi programmi di rilancio della regione e di queste terre, Toti. Ma, nell'eccezionalità della giornata, lascia che a parlare sia un'amica e un volto molto noto del partito, Mariastella Gelmini: «Siamo qui con molti giovani e altri parlamentari perché diamo atto a Giovanni Toti di aver avuto coraggio e generosità nei confronti del partito perché si è candidato in una regione dove, all'inizio di questa avventura, quello del centrodestra sembrava soltanto un percorso in salita, una partita persa». Ma adesso è diventata una sfida possibile, «una partita apertissima grazie - sottolinea la Gelmini - al paziente e puntuale impegno di Giovanni che, solo dopo un mese di campagna elettorale, una campagna elettorale che lui ha scelto di vivere così, in mezzo alla gente ha ribaltato le prospettive».
A parte i sondaggi la nuova situazione si può toccare con mano, proprio dalle parole della gente ligure e non è un mistero che la sinistra ora teme seriamente di perdere questa sua roccaforte perché si percepisce una forte voglia di rompere con questi dieci anni rossi. I guasti del Pd in Liguria? «C'è una cappa sulla regione, una incapacità di fare una politica che sia moderna, competitiva e innovativa - spiega la Gelmini -. È tutto fermo, non c'è un progetto della politica del centrosinistra ecco perché i liguri vedono in Toti la possibilità di voltare finalmente pagina. Quello che ci siamo sentiti ripetere in queste ore è l'eccessivo carico della pressione fiscale adottata da Burlando e dalla Paita che, in questo senso, non vengono meno al modello della sinistra su scala nazionale. Poi la sanità e i servizi rappresentano altre due priorità per i liguri, oltre naturalmente al rilancio dell'identità turistica della regione. L'idea di Giovanni è quella di trasferire qui il modello sanità della Lombardia con un impegno a dare massima attenzione ai servizi alla persona come anche al rilancio delle infrastrutture». Quanto alle divisioni di un Pd ligure che si presenta al voto tra mille veleni, ecco che cosa pensa la Gelmini: «Si presenta diviso e spaccato perché la narrazione renziana cozza anche qui con la realtà. Perché dalle sue parole ai fatti c'è una distanza oceanica. Perché è una narrazione che ammicca al centro destra ma poi tradisce le aspettative quando si tratta di concretizzare. Da qui la reazione di Pastorino e della sinistra tradizionale che non si sente rappresentata certo da Renzi. Penso che da questa regione, nella quale Toti ha avuto la capacità di rimettere insieme tutto il centrodestra, c'è la possibilità di favorire realmente un cambiamento e una ripartenza.
C'è ancora molto da fare. E, dato che il nostro avversario non è solo la sinistra ma è anche l'astensionismo, bisogna convincere gli elettori liguri che un voto a Toti è finalmente un voto speso per il cambiamento di queste terre».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.