Gentiloni: "Serve un patto con islam moderato italiano"

Il ministro degli Esteri: "Il terrorismo si combatte uniti, lavorando con chi rappresenta i musulmani italiani che hanno tutto l'interesse a isolare le esigue minoranze fondamentaliste"

Gentiloni: "Serve un patto con islam moderato italiano"

Rispondere al terrorismo dell’Isis non con "la diffusione della paura e dell’allarmismo, ma nel rafforzamento delle misure di sicurezza". Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, commenta così gli attentati compiuti nelle ultime ore in diversi Paesi. "La risposta è nel rafforzamento della coalizione anti-daesh, un impegno comune sia dei Paesi europei sia dei Paesi arabi. E l'Italia è in prima fila. La Farnesina sta proseguendo le attività di verifica sulle vittime degli attentati, nei quali non sarebbero stati coinvolti italiani".

Sull’attentato in Tunisia, che ha provocato il maggior numero di morti, Gentiloni ha rimarcato "che l’unico Paese che ha mantenuto le promesse della Primavera araba e, e non a caso, è quello più minacciato. Per questo l’Europa e l’Occidente devono aiutare la Tunisia. Il terrorismo si combatte uniti. Anche tra le forze politiche e lavorando con chi rappresenta oltre 1 milione e 200 mila musulmani italiani che hanno tutto l'interesse a isolare e sconfiggere le esigue minoranze fondamentaliste fiancheggiatrici del terrorismo".

Un'opinione che si colloca sulla stessa linea dell’imam Yahya Pallavicini, vice presidente della Coreis (Comunità religiosa islamica) secondo cui "la soluzione per combattere l’estremismo islamico e la sua infiltrazione nella società non è la chiusura delle moschee, ma la loro buona gestione da parte di predicatori autorizzati e accreditati con le autorità che divulghino un Islam sano, trasparente e che siano duri contro le ambiguità, i corruttori. Se il governo tunisino ha deciso così, spero e credo che sappia di infiltrazioni nelle moschee tunisine, non può essere una misura universale da adottare in tutto il mondo islamico, tantomeno in Italia".

"Mi sento così estraneo ai crimini compiuti ieri, in diverse città del mondo, e falsamente attribuiti alla mia religione, che mi sono rifiutato di commentarli.

Quante volte dovremmo ribadirlo e gridarlo al mondo? Siamo sulla stessa barca, e chi ci vuole male, è un nemico dell’umanità intera, ed è un nemico per il vero islam, che è innocente di tutte queste barbarie", scrive sul social Facebook l’imam di Lecce, Saifeddine.

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