Sono passati undici anni da quando nella tragedia dell'acciaieria Thyssen di Torino persero la vita sette operai, avvolti tra le fiamme nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007. Un periodo eterno per le famiglie delle vittime, che in ogni sede hanno invocato giustizia.
E finalmente l'ex amministratore Harald Espenhahn e il dirigente Gerard Priegnitz potrebbero essere chiamati a scontare la loro condanna. Il tribunale di Essen, in Germania, ha dichiarato infatti ammissibile l'esecuzione delle sentenze per i due manager. I due hanno però impugnato le decisioni, arrivate tra metà gennaio e inizio febbraio, e non potranno essere arrestati prima che si pronunci la Corte d'Appello di Hamm. La Cassazione ha già confermato 9 anni e 8 mesi per l'ad e 6 anni e 10 mesi per Priegnitz, il consigliere del gruppo. Se arrestati, in Germania sconterebbero non più di 5 anni di carcere, la pena massima prevista per l'omicidio colposo.
Nei giorni scorsi sul caso era intervenuto anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, per chiedere un chiarimento alla procura tedesca dopo un servizio televisivo delle Iene, che aveva evidenziato il pericolo che la giustizia tedesca non ottemperasse alla sentenza italiana per vizi procedurali.
«Non è finita, i due condannati hanno impugnato il verdetto.- ha detto il Guardasigilli -. Continueremo a monitorare giorno per giorno la vicenda e terremo informati tutti voi e soprattutto le famiglie». «Nessuno ha vinto ma almeno dopo tanti anni finalmente si compie quel percorso che abbiamo fatto con grande dolore e sofferenza e si arriva ad un minimo di giustizia in cui abbiamo sempre creduto» ha commentato Antonio Boccuzzi, l'unico operaio sopravvissuto, dopo che nello stabilimento del colosso siderurgico tedesco un getto di olio bollente causò un'esplosione che uccise i suoi 7 colleghi. La vicenda penale era iniziata nel 2008 e i pm per l'ad avevano formulato l'ipotesi di reato di omicidio volontario con dolo eventuale e incendio doloso, mentre altri 5 dirigenti erano accusati di incendio e omicidio colposo ed incendio colposo e viene loro contestata l'omissione dolosa dei sistemi prevenzione. Il 15 aprile 2011 la Corte d'Assise di Torino condanna Espenhahn a 16 anni e 6 mesi di reclusione. Gli altri 5 manager (Marco Pucci, Gerald Priegnitz, Daniele Moroni, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri) invece a pene da 13 anni e 6 mesi a 10 anni e 10 mesi. La Corte d'assise d'appello modifica poi il giudizio di primo grado e successivamente la Cassazione ordina un nuovo processo d'appello per ridefinire le pene.
Il 29 maggio 2015 vendono ridotte le condanne per tutte e sei gli imputati e arriva il placet della Cassazione.Ma mentre Pucci, Moroni, Salerno e Cafueri vanno in carcere, per i due manager tedeschi, erano rientrati in Germania, tutto era rimasto sospeso.
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