«Credo di essere nel mirino. Sto ricevendo minacce di morte, scrivono sui social ogni cattiveria, mi vogliono in galera ma io non ho fatto niente di diverso di tutte le altre volte quando, lo giuro, c'erano state anche più persone».
Marco Cecchini, uno dei gestori della Lanterna Azzurra di Corinaldo, si difende e spiega che il sistema sicurezza del locale era in regola e venerdì sera tutto era stato predisposto nei dettagli per accogliere il dj set di Sfera Ebbasta. Non è un segreto che la Lanterna nel gennaio 2014 era stata chiusa a causa di problemi agli impianti antincedio e a quelli elettrici, ma era stata riaperta un anno dopo, con una riduzione della capienza, da mille persone a 870. Cecchini è certo che la struttura ora non presentava falle e il numero delle presenze venerdì notte non era superiore a tante altre volte. «Non c'erano 1.400 persone come dicono tutti chiarisce - Assolutamente. Secondo me non arrivavano a mille, anzi calcolando quelli che erano fuori a fumare, dentro ce n'erano poco più di 800. È un locale che ha contenuto molta più gente. Era sicurissimo. Tra l'altro ho consegnato ai carabinieri i blocchetti dei biglietti venduti e quelli invenduti. Si vede subito». Ma è innegabile che qualcosa non abbia funzionato come avrebbe dovuto e il risultato è stato che sei innocenti hanno perso la vita e decine di persone sono rimaste ferite e sette in maniera gravissima.
Saranno le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura di Ancona, a stabilire dove l'ingranaggio si è inceppato, ma il gestore si ritiene «tranquillo». «Ho un contratto con un'agenzia che mi ha garantito 11 bodyguard - sottolinea - E avevo un'ambulanza a disposizione». Parlando dei quattro gradini che si trovavano in fondo agli scivoli d'emergenza spiega: «Se un tecnico ha fatto il progetto per la sicurezza, una commissione provinciale l'ha approvato dandomi il permesso pochi mesi fa per cinque anni, che colpa ho io?». Accertamenti verranno effettuati nelle prossime ore sulle uscite di sicurezza, che però l'altra sera sembravano a norma. Il problema, secondo il gestore, sarebbe stato un altro. «Tutti e 800 sono fuggiti in quell'unica porta che è sempre spalancata per andare a fumare - dice - Quando la gente ha cominciato a tossire e a gridare, ha visto la luce solo da quella parte e si è imbucata lì trovando il tappo perché nel frattempo la gente era caduta nei gradini».
La balaustra che a ceduto, poi, secondo Cecchini in condizioni normali sarebbe stata sufficiente. «Se dicessi che mi sento la coscienza a posto, ecco il criminale. Se dico di no, sono colpevole prosegue -. Sono distrutto, mi dispiace e moralmente sono vicino ai genitori e alle famiglie di quei ragazzi morti. Ho trovato per terra la bomboletta spray e l'ho consegnata ai carabinieri. Colpa di quel maledetto che l'ha spruzzata. È una tragedia inimmaginabile».
Una tragedia che nelle prossime ore porterà all'iscrizione dei primi nomi nel registro degli indagati. Tra questi potrebbe esserci anche quello dei tre manager che si occupavano del local, che rimarrà chiuso. «Non riaprirà - è categorico Cecchini - finché ci sono in giro questi criminali con le bombolette».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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