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Gilet gialli, torna la violenza. Un leader perde un occhio

Oltre 4mila manifestanti a Parigi. Scontri alla Bastiglia: 42 fermi. «Casseur» contro il dibattito ideato da Macron

Gilet gialli, torna la violenza. Un leader perde un occhio

Dieci giorni dopo l'apertura del grande dibattito nazionale i gilet gialli danno prova di tenacia: a Parigi 4 cortei differenti convergono verso Place de la République nel tardo pomeriggio, perché l'idea di Eric Drouet, uno dei portabandiera del movimento, è di dar vita a un Agorà 2.0. Una piazza pubblica dove le diverse anime possano riunirsi e discutere. Ma il cuore della capitale ieri è stato di nuovo colpito dai casseur e dall'ala dura dei gilet. Così la «Notte gialla» che doveva rispondere al presidente Macron, tornato centrale nella scena, è stata un fuoco di paglia.

Nel primo pomeriggio, alla Bastiglia i casseur stavano già prendendo d'assalto un cantiere, usando quel che ne restava contro la polizia, che carica e attiva gli idranti; rimuove le barriere con una ruspa e disperde i rivoltosi con i lacrimogeni. Per la prima volta i poliziotti sono equipaggiati con telecamere indossabili per un'azione trasparente: troppi «incidenti» da proiettili flash-ball nelle precedenti proteste. Anche ieri, una granata ha colpito a un occhio Jérome Rodrigues, (che l'ha perso) vicino al leader dell'ala dura Drouet, che rilancia le immagini su Facebook fomentando la rabbia: 42 fermi a Parigi, 4mila presenze e «disciplinare» incaricata di far luce, risponde il ministero dell'Interno. Ma anche l'ala moderata condanna l'accaduto: «Tentativo di omicidio politico», dice la pasionaria Priscilla Ludosky. I gilet gialli pacifici, a poca distanza, fronteggiavano a loro volta gli infiltrati senza giubbetto fluo. Insulti vicendevoli, sassi lanciati. Il ministro dell'Interno Cristophe Castaner stavolta si schiera: «Condanno le violenze dei casseur camuffati da gilet gialli». É stato l'undicesimo sabato di proteste, riprese malgrado i dissensi interni. Tensioni e piazze piene anche a Bordeaux (oltre 5 mila gilet), Strasburgo e soprattutto Tolosa. Scontri a Montpellier, a Marsiglia (4 mila), Nantes (2 mila) e in Normandia a Evreux: 69 mila presenze in tutta la Francia, secondo il ministero dell'Interno. In calo, ma cresce la voglia di confronto.

Dopo l'annuncio di una lista unilaterale per le europee di maggio da parte di un'ex elettrice di Macron (la 31enne Ingrid Levavasseur), la scelta di un presidio permanente in cui si parli con calma, a turno e tutti poteva essere una soluzione. Solo 400 gilet gialli restano però sul posto a Parigi fino a tarda sera col contorno di forze dell'ordine che alle 19 disperdono i manifestanti pronti ad accamparsi a République. La ministra Annick Girardin (Territori d'Oltremare) ha invece approcciato un gruppo pacifico di gilet: «Non resto chiusa nel mio ufficio, sono in campo». Li ha invitati a seguire il gran débat del presidente per trasformare la rabbia in soluzioni. Al momento paiono lontane. Le divisioni crescono e la querelle si allarga ogni ora. L'idea di rinnovarsi prende corpo. Ma l'impresa di copiare la «Nuit Débout» del 2016 - allora contro il Jobs act dell'ex presidente François Hollande - riesce per metà.

Oggi tocca ai foulard rossi scendere in piazza, cittadini stanchi dei disordini.

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