Il gip dei minori: "Gli stupratori di Rimini? Malvagi e con appetiti sessuali malsani"

Manca ancora la confessione del congolese. Minacce al suo avvocato

Il gip dei minori: "Gli stupratori di Rimini? Malvagi e con appetiti sessuali malsani"

Roma - Le foto pubblicate sul suo profilo Facebook, curato e ben vestito, e anche i racconti di un comportamento senza sbavature da parte di chi ha avuto a che fare con lui in precedenza per qualche lavoretto o corso di formazione, raccolti dai suoi difensori, stridono con le modalità agghiaccianti degli stupri di Rimini così come emerse dai verbali delle vittime e dalle parole dei giudici che hanno convalidato i fermi di Guerlin Butungu, il congolese ventenne considerato il capobranco, e dei suoi tre complici minorenni, due fratelli marocchini e un nigeriano sedicenne.

Eppure il giudice sembra non avere dubbi sulla sua «indole malvagia e violenta», descrivendolo come un uomo «incapace di frenare-controllare malsani istinti e appetiti sessuali, del tutto insensibile al rispetto dell'altrui integrità fisica e sessuale». Tutto ciò, appunto, come si legge nell'ordinanza, «a dispetto di un modo di fare e di un aspetto apparentemente gentile ed educato, forse anche abilmente utilizzato proprio per adescare le giovani vittime». Lo stesso atteggiamento che il congolese ha tenuto durante l'udienza di convalida, quando dopo un primo tentativo di negare tutto, della serie «non c'ero e se c'ero dormivo», è stato convinto dai suoi legali, Mario Scarpa e Ilaria Perruzza, ad essere più collaborativo ed ha cominciato a fare qualche ammissione, scaricando però quasi tutto addosso agli altri tre. «Nessun segno di pentimento, né una qualche consapevolezza dell'estrema gravità delle azioni compiute», osserva il gip.

Compito dei magistrati - adesso che i quattro giovani sono in carcere e che il gip ha convalidato il fermo riconoscendo il lavoro della Procura - è quello di attribuire a ciascuno di loro specifiche responsabilità, riordinando le accuse reciproche che si rivolgono l'uno contro l'altro nel tentativo di minimizzare il proprio ruolo negli stupri. Servirà isolare il Dna dai reperti per verificare le versioni degli arrestati su chi ha abusato della giovane polacca e chi della transessuale e quella del congolese, che finora ha cercato di ritagliarsi un ruolo di secondo piano nello stupro della ragazza, mentre i complici hanno tentato di scaricare tutto su di lui, l'unico maggiorenne del gruppo.

Il magistrato vorrebbe la piena confessione di Butungu, che potrebbe arrivare a brevissimo. I suoi legali stanno lavorando in questa direzione, cercando di fargli capire che è questa la strada migliore da percorrere in attesa di un processo, un probabile rito abbreviato che non arriverà prima di qualche mese, e di una condanna inevitabile e pesante. Il gip ha dimostrato di non credere alle accuse che il congolese ha rivolto ai suoi complici: «Menzogne, anche lui partecipò attivamente e in prima persona alla violenza di gruppo». Pure il giudice minorile Anna Filocamo ha sottolineato la brutalità con cui ha agito il branco. Nel suo provvedimento ha sottolineato la «spregiudicatezza» «l'inutile cattiveria» con cui hanno agito i tre infliggendo «inutili sofferenze alle vittime» e suscitando «un allarme sociale di proporzioni rare». E nel raccontare che era il congolese a soggiogarli, i minorenni hanno mostrato «personalità gravemente inconsistenti ed incapaci di rendersi conto dell'estrema gravità delle condotte realizzate».

Intanto uno dei difensori di Butungu,

l'avvocato Perruzza, ha ricevuto pesanti insulti e minacce per aver accettato la difesa dello stupratore. «La gente non capisce che un Paese civile si riconosce anche dall'ordinamento giuridico che ha», osserva il collega Scarpa.

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