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Giubileo a secco: i soldi non ci sono e il decreto slitta

Solo la settimana prossima si stabilirà lo stanziamento per l'Anno santo, difficile recuperare cento milioni. Oggi la relazione su Mafia Capitale

Giubileo a secco: i soldi non ci sono e il decreto slitta

Mentre oltreoceano il sindaco Ignazio Marino lavora serafico al suo libro di «memorie», che sta mettendo in ansia mezzo Pd romano e nazionale, nella Capitale si rinvia: dal Consiglio dei Ministri di oggi non arriverà alcuno sblocco dei fondi per Giubileo.

Giubileo e libro del sindaco vedranno la luce insieme, a dicembre. Giusto in tempo, dicono a denti stretti nel Pd, per avvelenare il clima della campagna elettorale per le amministrative: Marino ha fatto capire di volersi prendere le sue piccole vendette rispetto al partito, ha fatto trapelare su giornali di aver preso nota di tutti gli incontri e i colloqui avuti con big locali e nazionali, delle «pressioni» ricevute per rimuovere o promuovere dirigenti o assessori. E conoscendo l'imprevedibile umoralità e il rancore accumulato dal sindaco, che il suo mentore Goffredo Bettini chiamava «il cavallo scosso», sono in molti a tremare.

Certo, il caso Roma sarà sul tavolo di palazzo Chigi perché è prevista la relazione del ministro dell'Interno Angelino Alfano su Mafia Capitale: nessuno scioglimento del Comune, ma solo di alcuni Municipi (Ostia in primis) e la rimozione di dirigenti nei dipartimenti del Comune finiti maggiormente nel mirino: casa, affari sociali, ambiente. E poi ci dovrebbe essere l'attribuzione di poteri speciali alla Giunta (sui Trasporti, quindi all'assessore Esposito) e sulla spesa al prefetto Gabrielli.

Il problema però è che sui soldi (a parte i 50 milioni del patto di Stabilità sbloccati a inizio agosto) che servono per rimettere in sesto la disastrata Città Eterna nel pochissimo tempo rimasto prima dell'Anno santo, estemporaneamente indetto dal Papa per l'8 dicembre prossimo, non ci sono passi avanti. Se ne discuterà solo la settimana prossima con il ministro Padoan: Palazzo Chigi, allarmato per il rischio flop di un evento che metterà Roma sotto i riflettori internazionali, avrebbe voluto liberare altri 100 milioni di euro, ma il ministero dell'Economia non pare intenzionato a tirarne fuori più di 30. Una penuria che riduce all'osso i già ristretti margini di intervento sulla città, mentre il tempo sgocciola via inesorabile. Basti pensare, come ricordava due giorni fa la Stampa , che per il Giubileo del 2000 furono stanziati in tutto 1 miliardo e 750 milioni di euro, e i lavori iniziarono con anni di anticipo. Stavolta però Papa Francesco ha scodellato all'improvviso l'idea di un Anno santo straordinario, dando alla città un preavviso di appena otto mesi, la metà dei quali sono trascorsi invano mentre la Capitale e il suo governo venivano travolti da ogni genere di emergenza. Stamattina si riunirà la giunta in Campidoglio (ovviamente assente Marino, sempre sotto l'ombrellone), per varare il piano organico di interventi, che dovrà arrivare nel pomeriggio al tavolo dei ministri per essere valutato. Martedì il piano e i relativi finanziamenti sono stati al centro di un incontro tra il vicesindaco di Roma Marco Causi, che fa le veci di Marino, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio De Vincenti: nessun intervento strutturale ma diversi maquillage , dalla riqualificazione delle aree attorno ad alcune stazioni alla manutenzione straordinaria del Lungotevere e dei ponti, da un intervento sul Parco di Colle Oppio fino alla realizzazione di una nuova linea di tram che collegherà Ostiense con Trastevere.

E anche, miracolo giubilare, via i micidiali sampietrini da via IV Novembre.

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